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Cronaca

Palazzo Ghini riscopre lo splendore dei dipinti di Bolognini

Fra le dimore storiche di Cesena, Palazzo Ghini si segnala per l’ubicazione (corso Sozzi e via Uberti) e la massiccia volumetria di un edificio posto nell’incrocio di due strade, asimmetrico nell’impianto e incompiuto nello sviluppo interno

Fra le dimore storiche di Cesena, Palazzo Ghini si segnala per l’ubicazione (corso Sozzi e via Uberti) e la massiccia volumetria di un edificio posto nell’incrocio di due strade, asimmetrico nell’impianto e incompiuto nello sviluppo interno. Fu commissionato nel 1680 dai fratelli Giacomo Francesco (1658-1719) e Alessandro Bruno (1659-1743) all’architetto cesenate Pietro Mattia Angeloni (1627-1701), un professionista che si era formato alla scuola romana del Borromini.

I punti di forza del palazzo sono indubbiamente costituiti dal loggiato interno e dal salone del piano nobile. La controfacciata è marcata da un elegante e arioso prospetto a tre ordini, con portico inferiore e loggia superiore dalle volte a crociera, sorretti da colonne in candida pietra d’Istria, sotto ioniche e sopra doriche, binate nelle due arcate centrali sovrapposte. Nella loggia quattro statue di Francesco Calligari (1733-1801): Minerva, Cerere, Gloria, Marte.

L’ampio salone d’onore a doppio volume, illuminato da due ordini di finestre e decorato con eleganti stucchi barocchi nelle cornici di porte, finestre e dipinti, rappresenta il cuore della nobile dimora. Vi spicca un importante ciclo del pittore bolognese Giacomo Bolognini (1664-1734, avviato all’arte da uno zio che era stato allievo di Guido Reni), che vi eseguì – fra il 12 maggio 1719 e il 21 agosto 1721 – quindici quadri (uno ad olio su muro, gli altri su tela) con soggetti storico-mitologici e allegorici; tredici sono tutt’ora conservati; è andata perduta la tela al centro del soffitto (Sacrificio di Ifigenia), mentre il quadro con Pittura e poesia fu tolto nel 1775 per fare posto al busto di Pio VI Braschi, appena eletto al soglio pontificio (la tela, finita sul mercato antiquario, fu acquistata anni fa dalla Cassa di Risparmio di Bologna, che l’annovera nella propria collezione).

Il degrado del ciclo pittorico, della loggia e degli stucchi aveva raggiunto livelli davvero preoccupanti: grazie ad una lodevole sinergia fra la Fondazione Cassa di Risparmio di Cesena e l’Ente proprietario di Palazzo Ghini, è stato avviato un cantiere di restauro che sta svelando il valore architettonico della dimora e l’inaspettato pregio artistico del ciclo del Bolognini. Per fare il punto sull’impegnativo intervento e anticipare alcuni dei rilevanti risultati conseguiti, presso la Fondazione CRC giovedì 16 maggio alle ore 17,30 interverranno, con il Presidente Bruno Piraccini, tutti gli artefici del cantiere (Soprintendenza, storici dell’arte, progettisti e restauratori). Con l’ausilio anche delle immagini, sarà possibile verificare lo stato di avanzamento dei lavori e pregustare i sorprendenti esiti di un restauro che mostra e anticipa lo splendore di un salone mai visto in tanto smalto.

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