Femminicidi, i centri anti-violenza: "Ci vogliono più punti d'ascolto per uomini violenti"

I centri di ascolto per gli uomini maltrattanti in Emilia-Romagna sono quattro (Ferrara, Forli', Modena e Rimini) ma, alla luce di quanto accaduto a Cesena lo scorso 25 ottobre, dove una donna e' stata uccisa dal marito davanti ai suoi tre figli, sembrano non bastare. Martedì mattina si è tenuta l'udienza di convalida dell'arresto dell'assassino Rachid Rahali, che resta in cella.

Intanto a chiedere un cambio di rotta e' il Coordinamento dei centri anti-violenza che, nonostante ci siano gia' punti di ascolto per uomini violenti, denuncia una poca diffusione dell'attivita' di queste strutture "che prima di tutto possono prevenire l'atto di violenza che e' un problema maschile, non della donna". Insomma, quello che manca prima di tutto in Italia, per il Coordinamento, e' una "scarsa cultura di genere, la consapevolezza che la violenza sulle donne e' prima di tutto un fenomeno sociale e culturale".

Nel frattempo sale a cinque il numero delle donne che, in Emilia-Romagna, sono state uccise da uomini violenti, spesso familiari. L'ultimo caso e' quello di Cesena, avvenuto solo qualche settimana piu' tardi della morte di Ishrak, la 21enne di Mesola uccisa dal padre. "Fino a quando non indagheremo la violenza come un problema legato a una certa costruzione sociale e culturale della maschilita', il femminicidio restera' relegato nelle pagine di cronaca nera dei nostri quotidiani" sottolineano i centri anti-violenza, Poi, accusano il mondo mediatico di soffermarsi solo "a contare morbosamente le coltellate" mentre le "le vere domande resteranno taciute". (Agenzia Dire)