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Cronaca Cesenatico

Omicidio Benini, ultime schermaglie in aula con le repliche delle parti: attesa per la sentenza

In mattinata le repliche delle parti, la corte si è ritirata in camera di consiglio. Verdetto atteso nel tardo pomeriggio

E' attesa nel tardo pomeriggio la sentenza di primo grado nel processo sull'omicidio di Alfredo Benini. La corte si è ritirata in camera di consiglio alle 10:42, il verdetto dovrebbe arrivare intorno alle 17. Presente in aula l'imputata, la nipote della vittima Paola Benini.

Davanti al collegio dei giudici togati e popolari (presidente del collegio Rossella Talia e Marco De Leva giudice a latere), è stata la volta delle repliche delle parti dopo la requsitoria del pubblico ministero di mercoledì, e l'arringa difensiva del legale dell'imputata Paola Benini giovedì.

Un processo, quello sull'omicidio dell'87enne Alfredo Benini, che entra nella fase clou. Secondo il pm Sara Posa, un omicidio doloso maturato per motivi economici: questa la tesi dell'accusa. In particolare Paola Benini temeva che l'anziano zio disponesse a favore della badante. L'aggressione nella villetta di Cesenatico risale al 15 ottobre 2017, l'87enne Alfredo Benini non si è mai ripreso ed è morto in conseguenza delle lesioni il 13 maggio 2018.

La requisitoria del pm: 25 anni per la nipote

"Assoluzione per non aver commesso il fatto", questa la richiesta dell'avvocato Pisciotti, come richieste subordinate la "riqualificazione giuridica del fatto in omicidio preterintenzionale, o in termini di lesioni, non sussistendo un nesso causale con la morte dell'anziano".

Arringa fiume della difesa: "Paola Benini è innocente"

Venerdì mattina hanno replicato il pm Sara Posa e gli avvocati delle parti civili, Raffaele Pacifico e Simona Arrigoni. In particolare quest'ultima ha sottolineato come "la testimonianza della vittima", resa dopo la brutale aggressione "non può costituire prova a discarico in quanto l'anziano non ha visto in faccia i suoi aggressori e quindi non li ha riconosciuti".

Poi è toccato all'avvocato Francesco Pisciotti, difensore dell'imputata, contro-replicare. Pisciotti ha sottolineato la carenza di indizi di colpevolezza: "Si tratta piuttosto di ipotesi, suggestioni, supposizioni, illazioni. Perché il pm non ha preso in considerazione la testimonianza di Alfredo Benini? Perché non era lucido? E' falso in quanto diversi medici certificano come fosse lucido e collaborativo".

Dopo il cruento fatto l'87enne raccontò di essere stato aggredito da 2-3 persone, dichiarazioni che secondo il pm Sara Posa "non hanno valenza probatoria in quanto Benini non era nelle condizioni psico-fische idonne per testimoniare". Toccherà ora alla corte d'assise del tribunale di Forlì emettere il primo verdetto sulla spinosa vicenda.

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