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Cronaca Sarsina

Nuova sede dell'Itis a Sarsina, Cgil: "Grave non aver coinvolto i lavoratori e la comunità"

"Sarebbe stato sufficiente acquisire informazioni dall’Ufficio scolastico Territoriale, che certamente non per caso si è espresso con voto contrario all’ipotesi"

Si torna a parlare dell'apertura di una sede distaccata a Sarsina dell'istituto tecnico tecnologico Marconi di Forlì.

"La FLC CGIL di Forlì Cesena - spiega il segretario Pier Francesco Minnucci - in questi giorni ha ricevuto conferma dell'intenzione della Provincia, supportata dai sindaci della vallata, di procedere con la richiesta di apertura di una sede distaccata dell’ITTS G. Marconi di Forlì nel comune di Sarsina. Apprende altresì che da molti mesi era presente l'intenzione di attivarsi in quella direzione, intenzione che non ha mai visto il coinvolgimento delle organizzazioni dei lavoratori della scuola. Che non si siano coinvolte la comunità educante e le organizzazioni sindacali è un fatto molto grave, così come non aver attivato per tempo un dibattito pubblico, trasparente, rispettoso delle preoccupazioni e delle posizioni in campo. Non possono rimanere inascoltate le istanze del personale della scuola che condividiamo integralmente e su cui saranno scaricate tutte le conseguenze organizzative e didattiche di tale scelta. In sede di Conferenza Provinciale abbiamo posto e motivato ragioni in ordine al metodo e non c’è stato il necessario approfondimento sull’andamento demografico della vallata e dei territori confinanti del Casentinese". 

Dettaglia il segretario della Cgil: "Sarebbe stato sufficiente acquisire informazioni dall’Ufficio scolastico Territoriale, che certamente non per caso si è espresso con voto contrario all’ipotesi, per sapere che il calo demografico negli ultimi anni si è accentuato, nella Regione e nella provincia di Forlì Cesena. Un trend a cui assisteremo anche nei prossimi anni. Non è stata accolta la proposta di un dibattito pubblico con la Comunità educante del territorio; quella che si è svolta nei giorni scorsi a Sarsina è stata una manifestazione propagandistica, alla quale non siamo stati neppure invitati. Ma alle ragioni di metodo, che restano tutte, si aggiungono questioni di merito sulle quali non possiamo tacere: il coinvolgimento degli imprenditori locali nella vicenda quale è stato? Chi e in che modo si farà carico dei costi ingenti derivanti dal nuovo presidio scolastico e dai laboratori che saranno da attivare? A chi verranno “donate” quelle risorse? Chi le gestirà e in che modo verranno affidati i lavori? I programmi di studio saranno piegati alle esigenze professionali degli imprenditori? Infine, una preoccupazione di ordine generale: in questa operazione non si è tenuto conto dell’interesse primario della scuola e dei ragazzi. Quello di mettere al centro del percorso formativo le ragazze e i ragazzi in un’ottica prima di tutto di crescita culturale per far emergere le loro attitudini e i loro talenti". 

"Solo dopo una attenta preparazione culturale, unita all’acquisizione di competenze e conoscenze potranno inserirsi liberamente nei contesti sociali e lavorativi. La scelta di fondo va in un’altra direzione che per noi risulta inaccettabile perché piegata a logiche e a “esigenze professionali degli imprenditori locali” (dai verbali del CDI e della Conferenza Provinciale). Ci piacerebbe sapere quali sono queste esigenze e se coincidono con i bisogni di un territorio che ha necessità sì di essere valorizzato, ma che deve fare il paio con le esigenze di un’organizzazione scolastica e didattica che deve poter essere resa concretamente esigibile e rafforzata. Per queste ragioni serviva un dibattito aperto, trasparente, coinvolgente di tutte le parti. Auspichiamo che i decisori politici e l’amministrazione scolastica prendano quel tempo che serve per mettersi davvero all’ascolto di tutta la comunità", conclude Minnucci.

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