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Cronaca

Nerio Alessandri era l'asso nella manica del Coni per le Olimpiadi sfumate a Roma

Se Roma avesse avuto le Olimpiadi, Nerio Alessandri, il patron di Technogym, sarebbe stato il presidente del comitato organizzatore

Se Roma avesse avuto le Olimpiadi, Nerio Alessandri, il patron di Technogym, sarebbe stato il presidente del comitato organizzatore. Il “no” dell'amministrazione del sindaco M5S di Roma Virginia Raggi è stato un “no” espresso non solo per la città di Roma ma per tutt'Italia, e in piccola parte anche di Cesena. Emerge dalle pieghe del discorso con cui il presidente del Coni Giovanni Malagò ha annunciato il ritiro della candidatura di Roma e l'interruzione del percorso in atto per le Olimpiadi del 2024, che con tutta probabilità non saranno italiane (e non lo saranno per molti altri anni). Cesena, infatti, avrebbe subito partecipato all'avventura con un “pezzo da novanta”, vale a dire l'imprenditore di Technogym.

Malagò ha ricordato di aver “deciso di candidare Milano per ospitare la sessione del Cio del 2019. È la prima data utile visto che nel 2017 la sessione si terrà a Lima e nel 2018, anno olimpico, sarà a Pyeongchang. Credo che la sessione del Cio del 2019 a Milano sia il nostro primo passo per riavvicinare l'Italia dopo questa inaccettabile interruzione di Roma 2024. Ne ho parlato col Governatore Maroni e col Sindaco Sala che si sono detti entusiasti".

Poi Malagò ha spiegato l'idea che aveva in testa, se solo avesse avuto l'occasione di presentarla al sindaco Raggi o al suo referente politico Beppe Grillo: “Se avessi incontrato la sindaca Raggi le avrei detto che avrei fatto di tutto per portare le Olimpiadi a Roma, ho provato a parlare anche con Beppe Grillo, anche qui senza riuscirci”. Che idea aveva Malagò? Qui spunta il nome di Alessandri:  “Nella mia testa avevo in mente tre nomi per il Comitato organizzatore, nomi che nessuno sa ma che avrebbero rappresentato la governance ideale. Questo 'dream team' era composto da Nerio Alessandri, Renzo Piano ed Enrico Cataldi". Alessandri sarebbe stato il presidente del Comitato organizzatore in pectore, definito da Malagò “persona senza interessi specifici nelle lobby e nelle costruzioni, non romano, molto accreditato presso il Cio. Sembrava una bella idea", ha specificato Malagò. Il nome il prestigio di Renzo Piano invece avrebbe fatto da garanzia per la qualità degli interventi edilizi ed infine il generale Enrico Cataldi, procuratore generale dello sport, che sarebbe stato sondato per le poltrone ancora vacanti nella giunta di Roma sotto la guida della stessa Raggi. . “Era difficile dire di no a questi tre nomi, ma non ho mai potuto parlare con la sindaca e spiegare quello che stava succedendo”, è l'amaro commento di Malagò.

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