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Cronaca

Muore a 101 anni Orazio Dominici, sotto il fascismo e nel dopoguerra un pezzo del sindacato

Era un pezzo della storia del sindacato e della politica a Cesena. E' morto all'età di 101 anni Orazio Dominici. La sua vita ha attraversato il Fascismo, la guerra, la Liberazione e la ricostruzione

Era un pezzo della storia del sindacato e della politica a Cesena. E' morto all'età di 101 anni Orazio Dominici. La sua vita ha attraversato il Fascismo, la guerra, la Liberazione e la ricostruzione e lui in tutte queste fasi è sempre stato fermo nei suoi riferimento culturali: la Cgil e il Partito Comunista. L’impegno politico e civile, la passione,  e la coerenza hanno contraddistinto  tutta la sua vita. Orazio Dominici era nato a Cesena, il 12 settembre 1915, tutta la sua vita è stata caratterizzata da una personalità forte e decisa, fatta di principi e di ideali. 

Ricorda la sua vita il segretario della Cgil cesenate Silla Bucci, nel suo commiato: “Ha iniziato a lavorare alla tenera età di 9 anni, dopo un tentativo nella bottega di un sarto, contro la volontà dei propri genitori decide di seguire la passione  della sua vita, diventare un fabbro. Come lui stesso ci ha raccontato, in diverse occasioni,  quasi tutte le botteghe dei fabbri di Cesena, partendo dalla bottega del fabbro Bianchi, a quella di Camaeti, per poi passare ad una formativa esperienza lavorativa alla Arrigoni, che è stata la fucina dalla quale sono usciti numerosi dirigenti del Partito Comunista di Cesena, della Cgil, e del movimento operaio. Infine approda alla Sacim. Orazio all' età di 14 anni si era iscritto alla Cgl (allora si chiamava così) e mentre lavora in Arrigoni, i colleghi gli chiedono di rappresentarlo e quindi arriva il primo incarico come rappresentante della commissione interna presso la fabbrica Arrigoni”. 

“Si è sempre interessato dei contratti dei metalmeccanici. Contestualmente al suo impegno in fabbrica la Cgil gli chiese di fare parte degli organismi dirigenti della Confederazione e dopo qualche tempo diviene responsabile della stampa e della propaganda sindacale e della sua diffusione.  In seguito fu chiamato a ricoprire il ruolo di  dirigente regionale del sindacato dei metalmeccanici, mantenendo sempre il suo posto in fabbrica. Nella sua vita ha sempre lottato per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrice scegliendo di rimanere sempre al loro fianco. Orazio avrebbe potuto aprire una propria bottega visto la grande capacità nel lavorare il ferro battuto e come dimostrano i vari lavori svolti per il cimitero urbano, in particolare i cancelli, ma ha scelto di rimanere a lavorare in fabbrica per continuare la sua missione politica e  sindacale”. 

“E’ stato iscritto al Partito Comunista, come lui stesso ci ha sempre detto, sin dalla “pancia della mamma”. Durante la seconda guerra mondiale Orazio non ha potuto combattere insieme ad altri giovani in quanto dichiarato Riformato Assoluto dal Servizio Medico Militare ma ha attivamente contribuito alla resistenza  facendo propaganda all’interno della fabbrica dove lavorava. Durante gli anni del fascismo in diverse occasioni ha dovuto affrontare la prigione per questioni politiche, momenti che, come lui racconta, sono stati quelli peggiori della sua vita, insieme ai momenti nei quali il lavoro scarseggiava. E' stato un uomo pieno di affetto, come ci ricordano la figlia Laila e la nipote Giada,  in grado di insegnare a vivere la vita con serietà e principi ma senza mai dimenticare la gioia.  Infatti entrambe ci  hanno ricordato come e con quale abilità e facilità costruiva con le proprie mani i giochi e trovava sempre il tempo di fermarsi a giocare insieme”. 

Conclude Silla Bucci: “Orazio ha rappresentato un pezzo di storia non solo per la CGIL di Cesena, ma per l’intera comunità cesenate. I compagni e le compagne della CGIL lo ricordano con affetto, certi che i valori e la passione che lo hanno contraddistinto continueranno a vivere in tutti coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato”. 

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