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Cronaca

Mondo della politica cesenate in lutto: addio a Enzo Sergio Ceredi

"La sua passione politica irruente e limpidissima ci mancherà", afferma il sindaco Paolo Lucchi

E' stato assessore comunale nella prima giunta di sinistra del sindaco Leopoldo Lucchi detto "Gigìn". Si è spento Enzo Sergio Ceredi, a tanti cesenati noto come “Slamìn”. Appassionato di politica, aveva ricoperto per lunghi anni incarichi prestigiosi nella nostra città, prima da consigliere comunale di minoranza (tra il 1960 ed il 1970) e poi, tra il 1970 ed il 1975, come assessore comunale (alla Sicurezza sociale, igiene e salute, medicina scolastica e del lavoro) nella prima giunta di Leopoldo Lucchi. Infine, era stato assessore provinciale, tra il 1975 ed il 1985. La Camera ardente sarà aperta nel giovedì pomeriggio all’Ospedale Bufalini di Cesena. I funerali avranno luogo venerdì alle 15, partendo dall’Ospedale per il nuovo cimitero di Tipano. "Come tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di vederlo all’opera, posso direttamente testimoniare della sua grande passione, dell’onestà personale ed intellettuale, di una forza dialettica non usuale, tipica di noi romagnoli, quando siamo così convinti della nostre idee da sostenerle sino in fondo, senza “sconti” per nessuno - afferma il sindaco Paolo Lucchi -. La sua passione politica irruente e limpidissima ci mancherà. Ciao Enzo".

La Fondazione Radici della Sinistra, attraverso Elide Urbini e Orio Teodorani, testimoniano l’impegno politico e di uomo delle istituzioni: "Enzo Sergio Ceredi, nacque a Faenza il 10 settembre 1929. Abita a Cesena in Via Zeffirino Re in una famiglia di modeste condizioni sociali. La madre è comunista e il giovane Enzo si alimenta delle idee antisistema professate dallo zio anarchico, Armando Giorgini. Ama fare sport tanto che non ha mai perso occasione di ricordare che, insieme ad Edo Lelli , noto imprenditore cesenate, ha fatto parte delle squadre giovanili del Cesena Calcio. Nel 1947 aderisce alla Federazione Giovanile Comunista diventando in seguito segretario del circolo Bersani. In una sua dichiarazione autografa del 1960 così motiva la propria militanza comunista: “ per me il PCI ha sempre rappresentato l’unica forza capace di costruire sulle miserie e le vergogne di questa società un mondo migliore”. Dirigente della FGCI, nel 1956, partecipa alla redazione di un manifesto sui “fatti d’Ungheria” denunciando la disumanità dell’intervento sovietico e ciò in conflitto con quanto sostenuto a livello locale e nazionale dal partito.  Si diploma maestro e viene inviato ad insegnare in una piccola pluriclasse nella frazione di Colorio alle Balze. L’assegnazione di quell’incarico è probabilmente conseguenza della volontà di emarginarlo a causa del suo impegno politico. In quegli anni è anche responsabile de settore scuola del PCI cesenate e partecipa alla redazione di “Cesena Oggi”, il periodico comunista locale. Nel 1956 viene chiamato a sostituire Leopoldo Lucchi alla direzione della CNA di Cesena, dove rimane per alcuni anni, accompagnando la crescita di quella organizzazione. Ritorna poi nel mondo della scuola e continua l’impegno politico e culturale. Verso la fine del 1967 è tra i fondatori dei gruppi di studio Delio Cantimori, un’organizzazione che si autodefinisce “democratica e laica con l’obiettivo di condurre ricerche, raccogliere materiale di documentazione e studiare i problemi storici, economici, politici, sociali, letterari, artistici, promuovere e diffondere la cultura per favorire la liberazione dell’uomo”.  All’atto dell’invasione sovietica della Cecoslovacchia Enzo si colloca immediatamente contro il soffocamento della “primavera di Praga” e, insieme ad altri, è presente nelle sezioni comuniste del cesenate  per promuovere la posizione di “riprovazione” dell’intervento russo. Insoddisfatto del dibattito, in cui è ancora forte l’attrazione verso il paese del socialismo reale, interviene duramente durante una riunione del Comitato Comunale presentandosi con la Costituzione Sovietica in mano per far emergere la contradditorietà dei comportamenti dei dirigenti di quel partito e di quel Paese. Nel 1960 viene eletto nel Consiglio Comunale di Cesena dove rimane fino al 1975. Per dieci anni è uno dei massimi esponenti dell’opposizione e, nel 1970, con la conquista della maggioranza da parte della sinistra, Ceredi è nominato assessore alla sanità e ai servizi sociali, delega che lascia nel settembre del 1971 per assumere quella dei lavori pubblici. Insieme all’assessore Sanzio Benedetti è promotore della realizzazione del nuovo servizio di nettezza urbana e partecipa all’avvio del servizio di medicina scolastica e del lavoro, facilitato anche dal ruolo di consigliere di amministrazione dell’Ente Ospedaliero “Bufalini”; in questa veste di consigliere dell’ospedale è protagonista dell’ampliamento e dello sviluppo dell’attività ospedaliera e ambulatoriale. Nel 1975 lascia il Comune e viene eletto a rappresentare i cesenati in Consiglio Provinciale dove rimane fino al 1985. In questo periodo è membro della Giunta provinciale dimostrando particolare attenzione alle esigenze del territorio comprensoriale. Diventa poi vicepresidente dell’allora USL 39, incarico che mantiene fino al 1990. Sono anni difficili per la sinistra e per il PCI in particolare. Alla caduta del muro di Berlino Enzo non condivide la conseguente decisione di cambiare nome al partito comunista. Fa parte della componente di Cossutta che al congresso di Rimini si separa e dà vita a Rifondazione Comunista. Dopo la rottura di Rifondazione nei confronti del governo dell’Ulivo diretto da Romano Prodi, Enzo segue Cossutta e fonda a Cesena il Partito dei  Comunisti Italiani. Ragioni di salute, che lo hanno minato nel fisico ma non nello spirito, lo portano a dover diradare negli ultimi anni il proprio impegno politico.  In Enzo è sempre stata presente, anche negli ultimi tempi, l’attenzione ai problemi politici di Cesena e del Paese esortando all’impegno per evitare che il degrado della politica e della cultura coinvolga anche la nostra realtà. Ceredi, uomo di sinistra senza se e senza ma, è dunque stato uno dei protagonisti principali della vita politica di Cesena".

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