L'Isis minaccia il cantiere Trevi, "warning da non sottovalutare, ma di routine"

Una segnalazione realistica, di certo da non sottovalutare ma di routine e di conseguenza da tenere in debito conto ma nella consapevolezza del sistema di protezione messo in atto. Fonti della sicurezza italiana commentano l'allarme indicato giovedì sera di un possibile attentato "in grande stile" dell'Isis contro il cantiere Trevi alla diga di Mosul, realizzato dall'azienda cesenate e protetto da un contingente militare italiano.

Con un lancio di agenzia dell'Adnkronos, fonti militari del ministero della Difesa italiano rilevano che "warning del genere, in operazioni di questo tipo, sono routine". Ed ancora: "Gli allarmi sono quotidiani, la cosa importante è che i servizi della coalizione siano pronti ad intervenire. Non si sottovalutano i rischi e tutte le misure di prevenzione sono operative".

D'altra parte come era stato annunciato, sarebbe stato un intervento a grande rischio, a pochi passi dal territorio controllato dall'Isis nell'Iraq settentrionale. Il cantiere che sta per avviarsi in questi giorni della Trevi, il colosso cesenate delle costruzioni che ha vinto la commessa col governo iracheno da 273 milioni di euro, parte nel segno delle minacce degli estremisti islamici.

 Scatta quindi la massima allerta per le centinaia di militari e civili italiani dislocati a Mosul, in Iraq, dove la 'Trevi' di Cesena si accinge a consolidare la diga che approvvigiona di acqua ed elettricità centinaia di migliaia di persone. Una struttura su cui pesa una decennale mancanza di manutenzione a causa dell'instabilità in cui versa l'Iraq da tempo. A Mosul  è già operativa la task force 'Presidium', che è preparata a questa evenienza. Il suo compito è appunto quello di proteggere il cantiere e il centinaio di italiani che dovranno lavorarci.