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Cronaca

Una cesenate si fa strada a New York: “Ecco come si fa un matrimonio alternativo”

Anna Forlesi è una cesenate che è andata all'estero, nella città più coinvolgente del mondo, e qui si è inventata un lavoro di successo

Ha 36 anni, vive a New York da cinque anni. La “Grande Mela” è ormai la sua casa, pur avendo nostalgia per la riviera e la piadina. Anna Forlesi è una cesenate che è andata all'estero, nella città più coinvolgente del mondo, e qui si è inventata un lavoro di successo. Come tanti italiani all'estero ci ha messo tenacia e fantasia. Che lavoro fa Anna? Fa il “wedding planner” e organizza matrimoni per italiani a New York. Due le sorprese: sposarsi a New York può costare meno che farlo in Italia, per quanto assurdo possa sembrare. La seconda sorpresa: una parte dei suoi clienti sono gay italiani che vogliono ufficializzare davanti alla legge la propria unione, ma non possono farlo in Italia. Ecco la testimonianza di una cesenate a New York.

Quanti anni hai? Da quanto tempo vivi a New York? E come ti è venuta questa idea?

“Ho 36 anni e vivo a New York da 5 anni. A mio marito era stata offerta la possibilità di fare un dottorato di ricerca alla Columbia University e così siamo partiti. Lui era sempre impegnato con i suoi studi e io mi sono dovuta inventare un lavoro. Ho cominciato lavorando nella moda, poi ho conosciuto Mary, la mia partner, su un sito di italiani a New York. Un pomeriggio ci siamo incontrate e tra una chiacchiera e l'altra e' nata l'idea di creare un servizio di wedding planning per italiani gestito da italiani. Da quel giorno non ci siamo più fermate!".

Sposarsi a New York

Parliamo un po' dei matrimoni. Come lo intendono gli italiani e come gli americani? Ci sono grosse differenze?

“Le spose americane si dividono in due gruppi. Il primo è formato dalle cosiddette "Bridezillas", ragazze che organizzano ogni minimo dettaglio del loro matrimonio anche 2 anni prima che questo avvenga (esattamente come nel film 'Bride Wars - La mia migliore nemica") e non hanno limiti di spesa. Il secondo gruppo è formato dalle ragazze che non hanno tempo, né voglia e nemmeno la possibilità economica per organizzare eventi del genere e quindi decidono di sposarsi in maniera più veloce e informale. Ci capita tutti i giorni di vedere coppie di sposi che dopo il "SI" la mattina presto, in abiti da lavoro, corrono in ufficio. Penso che anche le coppie italiane possano rientrare in queste due categorie, seppur senza questi estremismi tipicamente americani".

Che cosa ti chiedono più frequentemente i tuoi clienti italiani? Da dove provengono?

“Abbiamo avuto clienti provenienti da ogni parte d'Italia, anche italiani residenti a Dubai o in Svizzera. Di solito le nostre coppie ci chiedono di essere aiutati con tutta la parte burocratica e la documentazione necessaria alla registrazione del matrimonio in Italia, compresa la separazione dei beni. Oltre alla documentazione, offriamo ogni tipo di servizio: bouquet e fiore all'occhiello, servizio video e foto, musicisti per la cerimonia, limousine, trucco e acconciatura, ricevimento, ecc...ecc.. Inoltre, ci occupiamo anche del pernottamento, con pacchetti in alberghi convenzionati e a tariffe vantaggiose, nel cuore di Manhattan e ovviamente anche dei trasporti, sia da che per l'aeroporto. Insomma, possiamo realizzare qualsiasi richiesta".

Il matrimonio “classico” all'italiana è con parenti fino al terzo grado, quelli organizzati da te, invece?

"I matrimoni che organizziamo sono molto più contenuti. Abbiamo coppie che vengono a sposarsi da sole (e quindi ci richiedono di procurargli i testimoni), oppure vengono con una coppia di amici o con i genitori e i parenti più stretti. La bellezza di un matrimonio all'estero e' proprio questa: si può decidere con chi condividere il giorno più bello della propria vita, senza obblighi formali e inviti per dovere. Ci si puo' sposare in jeans o con l'abito tradizionale bianco, non ci sono limiti e nessuno giudichera' o critichera' mai la scelta, perche' a New York nulla e' strano".

Ci sono loro desideri che, per le leggi o le consuetudini del posto, non sono realizzabili?

"Il 70% dei nostri matrimoni avviene a Central Park. Il parco e' meraviglioso in qualsiasi stagione dell'anno, e' la cornice perfetta e più romantica per un matrimonio, da lasciare senza parole. Molti sposi ci chiedono di poter addobbare il luogo scelto per la cerimonia con fiori o nastri, ma questo non e' possibile in quanto vietato dalle leggi della città. Quando poi gli sposi arrivano e si rendono conto della bellezza del parco, capiscono che la loro richiesta era del tutto superflua. Al contrario, c'e' una richiesta che riusciamo a soddisfare e che non e' realizzabile in Italia: i matrimoni omosessuali. Riceviamo sempre più e-mail di coppie gay che vogliono realizzare il loro sogno ma che non possono farlo in Italia, e quindi si rivolgono a noi”.

Le cose più strane o curiose che i tuoi clienti ti hanno chiesto

"Un ragazzo avrebbe voluto fare una sorpresa alla sua futura moglie, fan sfegatata di Sex & The City, e ci ha chiesto di contattare Sarah Jessica Parker e invitarla al matrimonio. Purtroppo non siamo ancora così influenti! Una celebrità però l'abbiamo avuta ospite durante un matrimonio a Central Park: Jake Clemons, il famoso sassofonista di Bruce Springsteen. Si 'e' presentato alla cerimonia con un gigantesco mazzo di fiori!".

L'idea è che un “matrimonio a New York” è una cosa per ricconi. Mito da sfatare o è effettivamente una cosa non alla portata di tutti?

"Non ci sono dubbi, e' assolutamente un mito da sfatare! Di solito, i nostri sposi, decidono di sposarsi proprio per poter risparmiare e per non essere costretti ad invitare centinaia di persone, spesso appena conoscenti. Per un matrimonio negli uffici del comune il prezzo si aggira intorno ai 1.200 dollari e comprende tutta la parte burocratica, fino alla registrazione del matrimonio in Italia, attraverso il Consolato e ovviamente la nostra presenza costante ad ogni passaggio del matrimonio. Per un matrimonio nel parco, invece, il prezzo si aggira intorno ai 2.300 dollari, più alto, rispetto al precedente, in quanto servono permessi speciali, un officiante esterno e una mattinata in più per richiedere i documenti. Se si pensa poi che insieme al matrimonio si può abbinare direttamente la luna di miele qui a New York, il risparmio e' notevole. I costi degli altri servizi, come il fotografo, il trucco, l'acconciatura, ecc...sono nettamente più bassi rispetto agli standard italiani".

E' più facile fare impresa in America o anche lì, per “chi incomincia”, è complesso tra burocrazia, credito etc?

"Aprire una società, come la nostra, in America e' molto più semplice, rispetto all'Italia. Qui non ci sentiamo ostacolate ma spronate a proseguire e a fare sempre meglio. Per quanto riguarda il credito non abbiamo avuto alcun problema. All'inizio abbiamo investito in prima persona e adesso ci siamo guadagnate la fiducia degli istituti di credito".

Consigli anche ad altri tuoi conterranei di inventarsi qualcosa all'estero?

"Considero la mia esperienza come un successo, sotto vari punti di vista. Da quello professionale, è un lavoro che veramente mi dà tante soddisfazioni: dico sempre ai miei sposi che e' fantastico poter lavorare con clienti che arrivano innamorati e felici e in un'atmosfera sempre allegra. Ai miei coetanei, consiglierei di inventarsi qualcosa all'estero, nel caso fossero insoddisfatti della loro vita in Italia, o magari anche solo per farsi un'esperienza di qualche anno. Però vorrei sottolineare che non è facile: ci vogliono tanto impegno, grinta, forza di volontà, dedizione per quello che si fa. La nostalgia dell'Italia, per noi italiani all'estero, è tanta e lo stile di vita è molto diverso. Comunque, io sono contenta della scelta che ho fatto e sicuramente lo rifarei”.

Qual è la tua casa ora? Cosa ti manca di Cesena?

"Ormai la mia casa è a New York, esattamente a Harlem! Di Cesena mi manca, ovviamente, per prima cosa, la mia famiglia e poi le mie amicizie dell'infanzia. Ci sono due cose che mi mancano tanto e a cui penso spesso: il mare e la piadina!".

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