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Cronaca Gambettola

Macchine da scrivere retrò alla mostrascambio di Gambettola

i tre collezionisti vivono davvero lo spirito della Mostrascambio, cioè esposizione ed eventuale baratto dei pezzi doppi, a Gambettola portano pezzi rari come la Lambert (1880), la Mignon 2 (1902), la Olivetti M1 (1911)

Dopo il successo dello scorso anno, due dei migliori collezionisti italiani di macchine per scrivere antiche hanno deciso di tornare alla Mostrascambio di Gambettola. I collezionisti Domenico Scarzello e Angelo Chiarle della provincia di Cuneo a settembre hanno partecipato per la prima volta e sono rimasti colpiti dalla manifestazione romagnola.

Per questo hanno deciso di tornare e le loro macchine antiche, dal 1880 in avanti, come l’anno scorso catalizzeranno l’attenzione di centinaia di persone nello stand di via Gramsci. L’anno scorso almeno un migliaio di curiosi si è fermato allo stand chiedendo i dati tecnici delle macchine più rare. Premesso che i tre collezionisti vivono davvero lo spirito della Mostrascambio, cioè esposizione ed eventuale baratto dei pezzi doppi, a Gambettola portano pezzi rari come la Lambert (1880), la Mignon 2 (1902), la Olivetti M1 (1911). Tutte macchine perfettamente funzionanti, e in taluni casi ripulite così come apparivano appena uscite di fabbrica.

“Anche quest’anno portiamo alcuni dei nostri pezzi migliori - dichiara Scarzello che nella sua città, Bra di Cuneo, ha allestito un vero e proprio museo -. Ci appoggiamo a un collezionista di Cesena che ci dà una mano dal punto di vista logistico. Gambettola rappresenta davvero il miglior mercatino italiano, per quello che abbiamo potuto vedere”.
Anche per Chiarle la Mostrascambio si è rivelata una sorpresa. “Ogni fine settimana sono a un mercatino in Piemonte o nel nord d’Italia, ma non avevo mai visto nulla di simile, sia come quantità e qualità degli espositori, sia per l’afflusso di gente. Nel nostro stand facciamo vedere ai bambini come funzionano le macchine per scrivere. Da 15 anni a questa parte non le usa più nessuno, ma in precedenza era l’unico modo per scrivere. I bambini questo non lo sanno e rimangono stupiti”.

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