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Cronaca

Libri antichi rubati alla Biblioteca Malatestiana, licenziata la dipendente infedele

Immediatamente erano partite le indagini che hanno portato alla scoperta, in casa della dipendente oggi licenziata, di numerosi libri e altri documenti di proprietà della Biblioteca.

E’ stata licenziata per giusta causa la dipendente della Biblioteca Malatestiana che era stata accusata di furto dopo che la Polizia di Stato aveva scoperto nella sua abitazione numerosi libri e altro materiale provenienti dalla Biblioteca. La vicenda risale all’estate del 2016 quando, dopo aver riscontrato la sparizione anomala di alcuni materiali dall’istituzione a lei affidata, la dirigente del Settore Biblioteca Malatestiana, Cultura e Turismo Elisabetta Bovero aveva denunciato l’accaduto alla Polizia di Stato. Immediatamente erano partite le indagini che hanno portato alla scoperta, in casa della dipendente oggi licenziata, di numerosi libri e altri documenti di proprietà della Biblioteca.

A due anni di distanza, e dopo che il procedimento penale si è concluso una sentenza di condanna da parte del Tribunale di Bologna, venerdì è arrivato all’epilogo anche il procedimento disciplinare. A darne notizia il sindaco Paolo Lucchi e l’assessore alla Cultura Christian Castorri con una lettera inviata ai consiglieri comunali subito dopo l’avvenuta notifica del provvedimento all’interessata. "L’Ufficio associato interprovinciale per la prevenzione e la risoluzione delle patologie del rapporto di lavoro del personale dipendente, titolare del procedimento disciplinare, ha ritenuto infatti che la condotta tenuta dalla dipendente in questione abbia leso irrimediabilmente il rapporto fiduciario che deve sussistere tra Ente datore e lavoratore nell’ambito del rapporto di lavoro - spiegano Lucchi e Castorri -. Questo comportamento ha costituito un inadempimento di tale gravità da escludere la possibilità della continuazione, anche provvisoria, del rapporto di lavoro costituendo, quindi, giusta causa di licenziamento.

"Come amministrazione comunale dichiarammo fin da subito la volontà di affrontare il caso con la maggiore severità possibile, sia sotto il profilo disciplinare, sia sotto quello giuridico, interessando della questione l’allora Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione Maria Anna Madia e decidendo - lo scorso anno - di costituirci parte civile subito dopo che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bologna ci aveva comunicato di aver avviato un’azione penale nei confronti della dipendente in questione; procedimento, questo, conclusosi con la condanna della dipendente e con l’integrale risarcimento del danno", ricordano gli amministratori.

"Ora siamo arrivati alla conclusione anche del procedimento disciplinare (riaperto il 4 maggio, dopo che era stato sospeso in attesa della conclusione di quello penale) che, a nostro avviso in maniera giusta, stabilisce come comportamenti quali quelli tenuti dalla dipendente in questione non possono essere tollerati, a maggior ragione per chi lavora in un ente pubblico - concludono -. Per questo ringraziamo il segretario generale, Manuela Mei, la dirigente del Settore Personale Stefania Tagliabue e la Dirigente del Settore Biblioteca Malatestiana, Cultura e Turismo Elisabetta Bovero che, con professionalità ed impegno, hanno seguito – insieme all’Ufficio associato interprovinciale – questa complessa vicenda, consentendoci di ristabilire le giuste distanze rispetto ad una dipendente che ha messo a rischio l’immagine di attenzione per il lavoro che vorremmo caratterizzasse sempre i dipendenti comunali di Cesena".

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