La vita ai tempi del Coronavirus - "Entusiasmo digitale per prof e alunni, ma c'è un velo di tristezza"
"La scuola è prima di tutto scambio (di idee, di legami) e condivisione (di emozioni, paure o soddisfazioni non importa) e constatare che tutto ciò ora non è possibile ha portato un velo di tristezza su molti alunni"
E’ iniziata ormai la tredicesima settimana di sospensione delle lezioni in presenza. L’entusiasmo digitale del primo periodo -quello dei docenti, finalmente messi alla prova nelle competenze digitali richieste da abilitazioni e concorsi, e quello degli studenti, positivamente trasportati da piattaforme web e innovazione scolastica- sta scemando. I “risultati” ottenuti sono straordinari, ma ora sono gli stessi ragazzi, abituati ad ogni tipo di device, ad accusare una certa fatica: qualcuno confessa il desiderio di tornare nella propria aula, qualche altro prova la mancanza delle chiacchiere nei corridoi o della corsa al bar dell’istituto.
La scuola è prima di tutto scambio (di idee, di legami) e condivisione (di emozioni, paure o soddisfazioni non importa) e constatare che tutto ciò ora non è possibile ha portato un velo di tristezza su molti alunni, spingendoli a rimpiangere la vera scuola, quella in presenza.
In fondo la scuola è un’abitudine -una bellissima abitudine- per tutti noi... e, come tutte le abitudini, necessità di normalità, non di straordinarietà...
Francesco Mazzoni, insegnante presso Liceo Righi di Cesena
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