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Cronaca Savignano sul Rubicone

La scuola non accoglie la figlia diabetica, mamma costretta a 'migrare': "La patologia spaventa"

Mamma Marika costretta a 'migrare' da Savignano a San Mauro: "Qui il diabete non ha spaventato, serve creare una collaborazione e un'empatia con le insegnanti"

Una battaglia di sensibilizzazione non solo per la sua bambina, ma anche per altre famiglie del territorio che potrebbero trovarsi nella stessa situazione. E' quella di mamma Marika, che al momento dell'iscrizione a scuola di sua figlia, affetta da diabete tipo 1, ha incontrato "un muro".

"Nell'anno scolastico 2018-2019 - racconta Marika - ho partecipato all'open day dell'istituto comprensivo di Savignano che raggruppa per la primaria diverse scuole quali la Dante Alighieri e la Ilario Fioravanti". E qui che iniziano i problemi: "Ho chiesto come sarebbe stata gestita la malattia di mia figlia. Mi è stato risposto che non era possibile saperlo fino a che non fossero iniziate le lezioni in quanto la gestione o meno della patologia era a discrezione delle insegnanti. Avrei quindi dovuto aspettare l'inizio dell'anno scolastico".

"Per la legge l'insulina non è un farmaco salvavita".

Marika si scontra contro una normativa che obbliga gli insegnanti a formarsi e a somministrare all'alunno solo farmaci classificati per legge come salvavita. Una legge "che andrebbe rivista, e che non considera l'insulina per i diabetici un farmaco che salva la vita". "Mi è stato detto - prosegue la mamma - di cercare un terzo, un nonno o un infermiere, ma non è un'operazione così complessa da richiedere l'intervento di un sanitario. Con il tempo mio figlia diventa sempre più autonoma e c'è bisogno solo di un supervisore, un occhio vigiile".

Il rifiuto incontrato a Savignano spinge Marika a 'migrare' a San Mauro Pascoli, dove trova un'altra scuola pubblica che stavolta accoglie sua figlia: "Alla scuola primaria Maria Montessori siamo stati accolti benissimo. Qui non ha spaventato fare un percorso formativo per le insegnanti, in grado così di traghettattare una bambina diabetica. Fin dal primo incontro il dirigente scolastico mi ha assicurato che la gestione della patologia non sarebbe stata un problema".

Ma Marika prosegue comunque la sua battaglia di sensibilizzazione a Savignano, cercando di avviare un percorso di collaborazione tra i vari soggetti in campo. "Con una delegazione dell'associazione Diabete Romagna, a giugno 2018, ho incontrato il sindaco e l'assessore con delega ai servizi scolastici ed educativi. Entrambi si sono mostrati stupiti per l'accaduto, promettendo di farsi carico della questione". Marika fissa un incontro con la nuova dirigente dell'istituto comprensivo di Savignano: "Non solo il sindaco non si è presentato all'incontro, ma non ha nemmeno risposto al messaggio di invito con due righe per comunicare la sua assenza".

Un confronto che non si rivela comunque risoutivo: "La dirigente scolastica si è trincerata dietro la normativa. Non è stato accettato un percorso di collaborazione tra scuola, associazioni e famiglie per rendere il diabete meno spaventoso. Ho chiesto di poter programmare dei percorsi di formazione. Mi è stato detto che le insegnanti fanno già formazione e che questo percorso non è necessario". La conclusione di Marika è molto chiara: "La scuola non ha mostrato la volontà di superare degli ostacoli che non sono insormontabili. La gestione della patologia spaventa perchè si continua a negare una collaborazione, un'empatia con le associazioni e le famiglie che guiderebbero le insegnanti stesse a un percorso di arricchimento".

L'associazione: "Creare un fronte comune tra tutti i soggetti in campo"

A chiarire i contorni della spinosa questione un responsabile dell'associazione Diabete Romagna: "Non si può gettare la croce addosso alla scuola e alle insegnanti che per legge non possono essere obbligate ad assumersi questa responsabilità. La nostra mediazione a volte dà l'esito sperato, e a volte no. Nel caso specifico parliamo comunque di un'iniezione che va calibrata ed eseguita in modo accurato". Ma quale è il nocciolo della questione? "E' importante innanzitutto sensibilizzare sul problema ma anche fare un fronte comune tra la Pediatria di comunità, che è deputata alla formazione dell'insegnante, tra il Comune, le associazioni, la scuola e le famiglie. Solo attraverso un percorso di collaborazione il diabete può fare meno paura".

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