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Cronaca

La Romagna ha tremato, l'epicentro nel ravennate. L'Ingv: "Zona ad alta pericolosità sismica"

La forte scossa è stata avvertita in tutto il cesenate, nella notte tra lunedì e martedì, era da poco passata la mezzanotte

La terra ha tremato per diversi secondi, intorno alle 00.03 della notte tra lunedì e martedì, molti cesenati sono stati svegliati dalla forte scossa di terremoto, che è stata avvertita in tutta la Romagna, e in buona parte del Nord Italia, Bologna, Milano, Trieste, Padova, Verona, ma anche Marche, Slovenia e Croazia. 

L'evento sismico è stato avvertito in tutto il cesenate. Martedì mattina il sindaco di Cesenatico Matteo Gozzoli comunica che nel territorio comunale di Cesenatico non si registrano danni a persone o a edifici, con le scuole regolarmente aperte.

Come registrato dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma, la magnitudo è stata di 4.6, con epicentro a 11 chilometri da Ravenna e ipocentro a 25 chilometri di profondità. Una seconda scossa si è verificata e registrata dall'Ingv, alle 00.29 con magnitudo 3.0 e profondità 22 chilometri, con epicentro nel cervese. Nella notte vi sono state tre lievi scosse nel ravennate di magnitudo inferiore a 3.

L'area del ravennate interessata dalla forte scossa, spiega l'Ingv è "una zona ad alta pericolosità sismica, come è mostrato dal modello di pericolosità per il territorio nazionale", aggiungendo che "la sismicità storica dell’area non riporta eventi significativi dove si è verificata la scossa, ma nelle aree circostanti si sono avuti terremoti superiori a magnitudo 5". Il Comune di Cervia ricade invece in zona sismica 2, a cui corrisponde un’accelerazione orizzontale massima convenzionale, espressa come frazione dell’accelerazione di gravità g, pari a 0,25 g".

L'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha spiegato che  "Se si osserva la storia sismica della città di Ravenna, vale a dire tutti i risentimenti ricavabili dalle fonti documentarie, si nota che sono riportati diversi terremoti che hanno prodotto intensità macrosismiche al sito pari o superiori al 6° grado MCS, quindi al di sopra della soglia che produce danno agli edifici. La massima intensità storica, pari al 7-8 grado, si è avuta in occasione del terremoto del 22 giugno 1620".
 

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