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Cronaca

La piaga degli "Hikikomori", a Cesena sono più di 100: "Qui terreno fertile, ecco i segnali"

"A livello nazionale, l'Emilia Romagna è una delle regioni con il tasso più alto di giovani affetti da questo  comportamento patologico"

A Cesena sono più di un centinaio i casi di "Hikikomori", letteralmente "stare in disparte", termine utilizzato generalmente per riferirsi ad adolescenti e giovani (dai 14 ai 30 anni) che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da alcuni mesi fino a diversi anni), rinchiudendosi nella loro camera da letto, senza aver nessun tipo di contatto diretto con il mondo esterno.

"A livello nazionale, l'Emilia Romagna è una delle regioni con il tasso più alto di giovani affetti da questo  comportamento patologico - spiega Alex Cavallucci, presidente Cufo (Comitato Utenti familiari e operatori del Dipartimento Salute mentale e dipendenze patologiche) dell'Ospedale Bufalini di Cesena e  ora nominato a capo del Comitato Tecnico Cesenate contro la piaga del Hikikomori - L'identikit è quello di un giovane di sesso maschile proveniente da una famiglia di ceto medio-alto, con una buona istruzione e che va bene a scuola. Per ora le ragazze sembrano meno colpite, ma il numero dei segnalati è comunque in crescita e anche l'identikit continua a modificarsi. L'Emilia Romagna ha numeri alti perché è una regione in cui il livello di benessere è alto - sembra sia un terreno fertile affinché si sviluppi - e, inoltre, viene posta anche molta attenzione a questo tipo di problematiche e quindi situazioni che in altre regioni vengono sottovalutate qui emergono con più facilità".

Ma quali sono i segnali a cui un genitore deve porre attenzione? "Il comportamento che deve insospettire di più - continua Cavallucci - è quello dell'isolamento. Se vedete che vostro figlio o vostra figlia non ha amici, non ha più voglia di frequentare quelli che aveva prima, interrompe l'attività sportiva, sta sempre solo in camera e non ha voglia di uscire, ecco allora dovete iniziare a controllarlo. Magari è solo una fase dell'adolescenza, ma se questo "ritiro" volontario si protrae e la sua socialità non accenna a migliorare bisogna intervenire, senza allarmarlo ma con determinazione".

Un genitore che noti un atteggiamento simile in un figlio può mettersi in contatto col CUFO, nella persona di Alex Cavallucci 3496212532 oppure con la responsabile per la Romagna dell’associazione Hikikomori Italia.

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