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Cronaca Cesenatico

La moria delle vongole, "Non sono pescabili, mistero sui motivi": i pescatori ricevuti in Regione

La morìa delle "poverazze" nel periodo estivo e autunnale è enorme e in un anno riescono a fare a uscire e fare il pieno solo in alcuni mesi

Mercoledì 2 ottobre i pescatori di vongole di Cesenatico saranno ricevuti dalla Regione e speriamo che questa volta portino a casa qualche notizia rassicurante. Sono molto preoccupati, infatti, la quarantina circa di pescatori  che fanno parte del dipartimento di Ravenna (che va da Gorino a Tagliata di Cervia) e che ormai da un po' di anni, a periodi alterni, si trovano nell'impossibilità di pescare.

La morìa delle "poverazze" nel periodo estivo e autunnale è enorme e in un anno riescono a fare a uscire e fare il pieno solo in alcuni mesi. "Adesso noi stiamo uscendo - spiega Massimiliano, pescatore de "Il Tremul" - perché abbiamo trovato un banco di vongole a due o tre miglia dalla costa che non è stato toccato dalla morìa, ma i nostri colleghi delle 6 barche di Goro sono fermi. Dal fiume Savio verso nord tutto il novellame è morto, praticamente non cresce e, se non raggiunge i 22 millimetri, non diventa pescabile perché non è commerciabile. E poi ci sono proprio banchi di vongole morte in alcune zone, è rimasto il guscio. Varie parti hanno il 50% di morìa, altre addirittura l'80%. Noi, però, quel banco lì tra qualche mese lo finiamo anche se abbiamo ridotto le uscite a tre alla settimana e non quattro come dovremmo". Il problema è serio e riguarda solo il compartimento di Ravenna, mentre quello di Rimini (che va da Tagliata di Cervia a Cattolica) e quello di Pesaro (Cattolica e Senigallia) non risentono di nulla".

Ma perché? "Nessun biologo sa dare risposte certe - spiega il responsabile del Centro di Stabulazione Adria - Le vongole crescono ma non riescono mai a raggiungere la grandezza giusta. Sembra che non ci sia un particolare nutrimento nel mare, oppure nel mare non ci sono più le condizioni giuste per crescere. Forse poco ossigeno, come dicono".

"E' vero che in quella zona lì, da Goro a Savio, - gli fa eco Massimiliano - ci sono moltissimi fiumi che scaricano: il Lamone, il Savio, il Bidente, il Reno. Forse è anche per gli scarichi che in un certo periodo dell'anno, quando non ci sono le mareggiate, l'acqua stagnante non ha più ossigeno o non è buona per farle crescere. Ovviamente sono tutte ipotesi. Speriamo che mercoledì in Regione non ci facciano le solite promesse ma prendano a cuore il problema. A Cesenatico siamo in 11 barche, 1 è a Cervia e 6 sono a Goro. Si parla di 18 barche con due o tre pescatori per barca che devono inventarsi qualcosa quando le "poverazze" non sono pescabili. Dobbiamo pur guadagnare qualcosa per dar da mangiare alla famiglia. C'è anche chi fa un altro lavoro, ma non sempre si trova. Insomma è una situazione che va risolta o facendo accordi con gli altri compartimenti o in altro modo, qualcosa devono dirci".

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