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Cronaca

"La mafia esiste anche qui", per ricordarlo arriva la Mehari verde di Giancarlo Siani

Giancarlo Siani è il giovane cronista napoletano, ucciso mentre era alla sua guida dai killer del clan Nuvoletta il ventotto settembre del 1985

Presentato lunedì dalla Filt - Cgil di Cesena davanti alla Biblioteca Malatestiana il “Viaggio Legale”, un simbolico percorso dal 20 al 22 febbraio  nella provincia di Forlì – Cesena sul suo asse viario principale: la via Emilia. A percorrerlo è la Citroen Mehari verde di Giancarlo Siani, il giovane cronista napoletano, ucciso mentre era alla sua guida dai killer del clan Nuvoletta il ventotto settembre del 1985.  Il simbolismo dell'auto sta a significare di non abbassare mai la guardia sulle infiltrazione malavitose che stanno trovando terreno fertile sulla via Emilia. A dare corpo e significato alla tre giorni è stata la presenza dei sindaci dei maggiori comuni che si affacciano alla grande arteria come Ermes Battistini (Longiano), Roberto Sanulli (Gambettola), Paolo Lucchi (Cesena), e gli assessori Giorgio Ghezzi (Bertinoro), Sara Pignattari (Forlimpopoli, Mariagrazia Creta (Forlì), ha partecipato anche Matteo Gozzoli sindaco di Cesenatico in quanto il  turismo rivierasco utilizza da sempre l'antica strada romana.  Martedì alle 10 a Cesena presso l'aula magna dell'istituto industria - artigianato U. Comandini si terrà un incontro con Paolo Siani, fratello di Giancarlo, nella stessa giornata l'auto sarà alle 17 in piazza Fratti a Forlimpopoli, mentre mercoledì la manifestazione sosterà a Forlì in piazzale Della Vittoria alle 10 e nel pomeriggio a partire dalle 17 si terrà una tavola rotonda presso la sala Randi in municipio.

A Cesena la famosa Mehari verde di Siani

“Questo 'Viaggio Legale' realizzato con il patrocinio della Parlamento europeo e simboleggiato dall'auto del giornalista Siani assassinato dalla criminalità organizzata solo perchè faceva il proprio dovere, indica come nei confronti delle mafie non bisogna né nascondersi né tacere. Siani non tacque e pagò, ma da lui ne sorsero altri cento che usarono la carta stampata per denunciare. I grandi processi per mafia che si stanno tenendo in Emilia non debbono far pensare che la malavita organizzata è solo lassù, se noi pensiamo che nel comune di Cesena ci sono ben trentadue beni sequestrati alla malavita di cui ventisette restituiti alla comunità dobbiamo ricrederci e agire. Cultura – conoscenza – prevenzione sono questi i cardini d'azione. Non per niente ci presentiamo nella Biblioteca Malatestiana centro di cultura e ci allarghiamo alle scuole perchè i ragazzi sono il nostro presente e il futuro”. “Scuola e legalità un connubio perfetto – sottolinea Marisa Zani dell' organizzazione  Libera (Associazione Nomi e Numeri contro le Mafie) – dobbiamo ringraziare le scuole attraverso i loro dirigenti e i loro insegnati per averci aperto le porte. Martedì all'istituto Comandini alle dieci con Paolo, fratello di Giancarlo, parleremo del libro 'Fatti di Camorra' e si dibatterà su una nuova pubblicazione dedicata a Siani in cui entreranno anche cinque lavori di studenti cesenati”. “Qui a Cesena – dice il sindaco  Paolo Lucchi – per anni ci siamo cullati che la mafia non esiste, invece c'è . Dobbiamo fare una grande operazione culturale e investire sulle scuole. Non è senza significato che oggi ci troviamo qui nella più vecchia biblioteca civica del mondo centro della vita cittadina”.

“Si devono registrare pesanti intromissioni della malavita organizzata – dice Arturo Zani sindacalista della Cgil – nel mondo del lavoro e in particolare nel sorgere anche qua del caporalato. Un fenomeno che un tempo era ristretto in aree del sud Italia, ma oggi è esteso nel nord e in particolare in Romagna nell'agricoltura e negli allevamenti. Sedicenti cooperative, che scompaiono improvvisamente per ricomparire sotto altro nome. con sede nel Veneto o in Campania reclutano giornalmente lavoratori a quattro o cinque euro all'ora senza nessuna protezione che vengono portati su scassati pulmini a lavorare ovunque anche nelle regioni vicine. Un mercato fatto sotto gli occhi di tutti, basta andare a Borello di Cesena e ogni mattina si può assistere a questo commercio di braccia. Adesso con la legge centonovantanove contro il caporalato  molte cose dovrebbero cambiare, tuttavia ci troviamo spesso di fronte alla reticenza del lavoratore, che a volte non è neanche pagato per quel poco che deve avere, per paura di ritorsioni. Attori di questa mafia del lavoro sono italiani, ma anche gli stessi conterranei infatti il caporalato si rivolge a nord africani o migranti dai paesi ex sovietici”. “Siamo pronti a tutto – sottolinea il segretario provinciale Paride Amanti – grazie alla legge sul caporalato anche noi come organizzazione  dei lavoratori possiamo agire in prima persona ed informare le autorità. Ricordiamo che si può uscire da questo stato di cose dando più dignità al lavoro,alle persone con un occhio molto attento alle aziende sane che fanno tutte le cose in regola”. All'evento hanno portato la partecipazione per la Rete degli  Studenti Medi Filippo Pirini e per l'Unione degli Universitari Giovanni Zannier. 
 

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