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Cronaca

La Cgil: "D'accordo con la Casa della Salute da realizzare nella Piastra del Bufalini"

"La Cgil pensa che per dare risposte vere ai bisogni di salute dei  cittadini sul territorio ci sia bisogno di   Case della salute e di Ospedali di comunità"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

La Cgil pensa che per dare risposte vere ai bisogni di salute dei  cittadini sul territorio ci sia bisogno di   Case della salute e di Ospedali di comunità. Le Case della salute realizzate fino ad ora in Emilia Romagna coprono circa il 45 % della popolazione di riferimento e quindi  crediamo che si debba  procedere celermente  per la piena realizzazione di quelle programmate e per far si che tutti i cittadini della nostra regione possano avere punti intermedi territoriali a cui accedere invece di andare verso le strutture ospedaliere e i pronti soccorsi, quando non è necessario. 

Anche a Cesena occorre una Casa della salute ,insieme al pieno sviluppo e alla riorganizzazione di quelle esistenti sul territorio tenendo conto   delle  nuove indicazioni regionali .  Come abbiamo osservato anche nella discussione che si è svolta nel  Comitato Cittadino per il nuovo ospedale  , per realizzare una Casa della salute a Cesena non possiamo aspettare i tempi di realizzazione del nuovo ospedale.  Anche la CGIL è d' accordo di utilizzare una parte degli spazi che si renderanno liberi  ( vedi Piastra) per realizzare una Casa della Salute. 

La CGIL ritiene però che la realizzazione di una casa della Salute, anche a Cesena, sia una priorità, e che quindi il tema deve essere affrontatto celermente.  Il verbale di sintesi in ordine al confronto sul documento di  “rimodulazione della rete ospedaliera  e oncologica della Romagna “ sottoscritto dai rappresentanti della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria e dalla Direzione Generale di AusL  Romagna e dalle Organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil  il 14 Febbraio scorso ,prevede un punto specifico in tema di assistenza territoriale. 

In quel verbale la CTSS e L’AUSL  si assumono l’impegno di procedere ad una attenta valutazione di tutte le risposte territoriali ( Cure intermedie ,Ospedali di comunità, Case della salute ) In particolare per Ospedali di comunità e Case della salute  si afferma che vanno  superare le difficoltà che ne hanno fino ad oggi limitato fortemente la loro realizzazione . Inoltre ci si impegna ad aprire uno specifico tavolo di confronto con la Direzione Generale Ausl, con i Distretti, con i Dipartimenti Territoriali  e la Conferenza territoriale Sociale e Sanitaria.  La Cgil auspica che questo confronto possa partire rapidamente a tutti i livelli.  Se avessimo avuto la  piena realizzazione delle strutture territoriali avremmo probabilmente visto meno code ai pronti soccorsi con i conseguenti disagi per i cittadini e per gli stessi operatori sanitari. 

Crediamo che un diverso modello di sanità territoriale nella quale i professionisti lavorano insieme in equipe ognuno con le proprie competenze e responsabilità sia un modello positivo. Modello che deve vedere il paziente, i suoi bisogni, la sua famiglia, il territorio al centro. Crediamo non ci sia più bisogno di un dibattito nel quale prevalgono le “gerarchie professionali”, ma è necessario sviluppare modelli nei quali la prevenzione e la promozione di salute e assistenza basata sul paradigma della medicina d'iniziativa siano l'innovazione del nostro sistema sanitario. 

Sicuramente vi è bisogno di una evoluzione della figura del Medico di Medicina Generale, ma anche di un   quadro di riferimento normativo  nazionale che consenta di superare rigidità ed ostacoli presenti . Non si può però rimanere fermi in attesa di una di un nuovo, auspicato, quadro di riferimento nazionale. Ci sono comunque realtà dove il ruolo dei Medici di Medicina Generale è già pienamente integrato all’interno della Case della salute e si sono ottenuti risultati anche rispetto al decongestionamento del pronto soccorso per una serie di  situazioni di criticità minore e di bassa complessità.  Ci sono in Emilia-Romagna e in territori limitrofi esperienze positive come per esempio la Casa della Salute di Forlimpopoli.  Questi ambulatori, all’interno delle Case della salute ,sono gestiti dai medici di famiglia e dalla guardia medica in collaborazione con gli infermieri. 

Le Case della salute si devono  caratterizzare per la realizzazione di equipe multiprofessionali , una organizzazione nella quale  i Medici, a partire dalle diverse specialità, si confrontano e collaborano per costruire l’intervento più appropriato a favore dei pazienti  in ambito sanitario e i Medici e le professioni del Sociale collaborano per trovare la soluzione migliore.  Il rapporto col paziente non è più esclusivo, ma è il frutto di un confronto fra professionisti che costruiscono un intervento integrato : di questo hanno bisogno gli anziani non autosufficienti e pluripatologici, gli psichiatrici e le varie situazioni di fragilità sociosanitaria. Altrimenti è la famiglia che deve rincorrere i vari servizi e i vari specialisti.  Diviene quindi fondamentale creare processi di collaborazione fra le varie tipologie professionali.   “Prevenire è meglio che curare”, le Case della salute unitamente ai nuclei di cure primarie, agli Ospedali di comunità, ai medici in rete possono essere un punto fondamentale del prevenire e del curare senza ospedalizzare quando non è necessario. 

Silla Bucci Segr. Generale CGIL Cesena

 Raffaella Neri Segr. Generale FP CGIL Cesena

Marco Morellini egr. Generale  SPI CGIL Cesena 
                                                                       

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