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Cronaca

Il sindaco Enzo Lattuca agli studenti: “Le carceri sono luoghi di reinserimento e rieducazione"

Il primo cittadino è intervenuto al convegno "Sbarre alle Spalle": "E' importante non lasciare nessuno da solo”

“Noi che siamo fuori dal carcere, noi che non ci siamo mai entrati, non sappiamo com’è vivere tra quelle mura. Ciò che non si vede, non lo si considera. Questa realtà forlivese riguarda anche noi perché siamo un territorio, un’unica realtà provinciale. Dobbiamo subito pensare che all’interno del carcere sono detenute delle persone, dobbiamo considerarlo. Troppe volte mi capita di sentire frasi come ‘buttare la chiave’. Sono espressioni inaccettabili. È necessario immedesimarsi nella condizione delle persone”. Lo ha detto il sindaco Enzo Lattuca intervenendo questa mattina al convegno “Sbarre alle spalle, la realtà carceraria dal dentro al fuori” al Palazzo del Ridotto e organizzato dal Comune di Cesena e da Techne. Il sindaco, alla presenza degli assessori Luca Ferrini e Carmelina Labruzzo e di alcuni detenuti della Casa circondariale di Forlì, si è rivolto a oltre cento studenti cesenati spiegando loro quanto sia importante considerare la condizione di tutti, soprattutto degli ultimi e degli emarginati. “La stessa Costituzione all’articolo 27 – ha proseguito Lattuca – ci dice due cose importanti: che la detenzione non può essere contraria alla dignità della persona e che la funzione della pena deve avere come primo obiettivo la rieducazione. È dunque interesse di tutta la Comunità che le carceri non siano luoghi in cui si moltiplica la possibilità di reati ma realtà di accompagnamento e reinserimento nella nostra società per evitare che ci sia una recidiva. Quindi non è solo una questione di buon cuore, di etica, di giustizia. Non è nemmeno solo una questione di rispetto delle norme costituzionali. È soprattutto una questione che attiene l’interesse delle nostre comunità: dal punto di vista della coesione sociale. Viviamo bene se tutti intorno a noi vivono bene, anche gli ultimi, gli emarginati”.

Al centro della mattinata il racconto dei detenuti che hanno raccontato il quotidiano di una vita che scorre lenta dietro le sbarre. Oltre agli amministratori sono intervenute alcune figure di spicco della Casa circondariale di Forlì: la direttrice Palma Mercurio, Michela Zattoni, comandante della Polizia Penitenziaria, Erika Casetti, psicologa, Luigi Dall’Ara, Volontario dell’Associazione San Vincenzo De Paoli. Ampio spazio è stato poi riservato al rapporto tra il detenuto e il lavoro. Il tempo della detenzione deve essere riempito di contenuti, dall’istruzione alla formazione al lavoro. Le statistiche infatti attestano che il lavoro in carcere riduce fortemente la recidiva. In questa seconda parte della mattinata hanno condiviso la propria testimonianza Lia Benvenuti, Direttore generale Techne, Stefano Fabbrica, Presidente Coop Sociale Lavoro Con, Pietro Bravaccini, Production Planner Vossloh-Schwabe Italia Spa e una persona detenuta. Barbara Gualandi, Direttore Ufficio locale di Esecuzione esterna, e l’Assessora ai Servizi per le persone e le famiglie Carmelina Labruzzo hanno illustrato l’ampia realtà dei servizi sociali che supportano il detenuto per il reintegro nella comunità e nella legalità.

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