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Cronaca

Il comitato Centro Anchio: "Il city manager promesso è caduto nel silenzio"

"Da mesi abbiamo richiesto formalmente e informalmente un bilancio analitico di Zona A completo di fatture e crediamo sia lecito farlo"

“Da mesi abbiamo richiesto formalmente e informalmente un bilancio analitico di Zona A completo di fatture e crediamo sia lecito farlo in virtù del fatto che si tratta per la maggior parte di soldi pubblici; a questa richiesta nessuno ha mai risposto se non con un documento di poche righe che ci è sembrato più una presa in giro.  Per quanto riguarda le attività operative, il comitato nel 2016 non ha mai esposto critiche in merito ma ribadiamo esserci mancanza di trasparenza sul come e con quali soggetti vengono spesi i soldi messi a disposizione di Zona A”: è la critica che viene mossa dal comitato Centro Anchio nelle persone di Marco Giangrandi, Fabrizio Faggiotto, Michele Massaro , Monica Novelli, Daniela Pirini Casadei e Claudia Ceccaroni.

Continuano i rappresentanti del comitato: “L’operato quotidiano delle persone che lavora alle attività di organizzazione eventi immaginiamo inoltre siano remunerate (solo questo possiamo fare perché anche da quest’ultimo bilancio non emerge nulla se non voci accorpate). Vi esterniamo quindi ora il nostro vero rammarico: il centro storico di Cesena è in difficoltà e l’amministrazione è immobile e sorda. Quotidianamente veniamo a contatto con esercizi in difficoltà e le associazioni che sono probabilmente i loro consulenti finanaziari/amministrativi conoscono meglio di noi l’argomento. Nessuno fa nulla per ascoltare queste voci; nessuno organizza incontri costruttivi per capire come affrontare il problema e la cosa più grave è che si attendono gli eventi.  Mesi fa vi abbiamo presentato una macro analisi finanziaria sullo stato di salute del centro e nessuno ha dato seguito a questo incontro”.

“Iscom Group ha portato avanti un secondo studio che sembra essere rimasto nel cassetto insieme al primo. Il sindaco Paolo Lucchi mesi fa ha proposto l’idea, già più volte da noi richiesta, di inserire una figura di coordinamento tramite un’analisi lanciata all’università di Bologna e vi è seguito ad oggi solo il silenzio. Tutte attività  importanti non portate avanti  e dimenticate. Al centro storico servono nuove idee da concretizzare a stretto giro, non proclami. Non servono neppure organizzazioni vetuste che ripresentano per anni le stesse cose. Crediamo invece serva una visione globale e un’organizzazione che coinvolga tutti i soggetti coinvolti. In alternativa ci troveremo sempre a diffidare gli uni degli altri e fare politica nelle forme che a noi onestamente non interessa. Concludiamo condividendo questo pensiero: possibile che non ci sia mai un errore riconosciuto dall’amministrazione o dalle associazioni? Tutto perfetto e sempre dalla parte della ragione? Non ne abbiate a male ma il riconoscere i propri errori e condividerli per trovare insieme soluzioni secondo noi è una virtù non un problema da gestire mediaticamente”.

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