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Cronaca Bagno di Romagna

I piatti tipici di Bagno di Romagna protagoniste al Festival del Cibo di Strada

Bagno di Romagna ha preso parte alla tavola rotonda dedicata a “Cibo di strada: cos’è, da dove viene e dove sta andando"

Presente anche Bagno di Romagna al decimo Festival Internazionale del Cibo di Strada di Cesena, dopo il successo dell’Anteprima del Festival che si è svolta per il secondo anno consecutivo a fine maggio presso Piazza Ricasoli. Quest’anno tra l’altro in duplice veste, infatti, oltre allo stand gastronomico curato dall’associazione Bellappennino Savio Tevere che ha proposto alcuni dei piatti tipici tra cui gustosi porcini fritti al cartoccio, tortelli nella lastra, tortelli fritti, crostini con i porcini, castagnaccio e crostata, Bagno di Romagna ha preso parte alla tavola rotonda dedicata a “Cibo di strada: cos’è, da dove viene e dove sta andando”. 

Durante questo appuntamento, alla presenza di Raffaela Donati (presidente Slow Food Emilia Romagna​, consigliere nazionale Slow Food Italia), Vittorio Castellani Chef Kumalé​ (giornalista e scrittore, gastronomade) Stanislao Porzio (giornalista e scrittore, autore di libri dedicati al Cibo di Strada), Esmeralda Giampaoli (presidente Fiepet - Confesercenti Nazionale​) e Giampaolo Angelotti (presidente nazionale Fiesa - Confesercenti), è stato infatti presentato il progetto avviato dai ragazzi del Liceo Scientifico Righi di Bagno di Romagna: una ricerca sulle origini e sull’originalità del Tortello nella Lastra, cibo di strada tipico del nostro territorio.

Il progetto mira a recuperare, proprio partendo dal coinvolgimento dei più giovani, una tradizione gastronomica che rappresenta le radici e l’identità della nostra località. Questo percorso ha già raggiunto un primo obiettivo: la collocazione del Tortello all’interno dell’Arca del Gusto, il paniere dei prodotti d’eccellenza tutelati da Slow Food ed il progetto continuerà per poter raccontare questo baluardo della nostra cultura gastronomica con mezzi innovativi e con la finalità ultima di non disperderne storia e tradizione.

"Sono passi importanti e decisivi per un futuro riconoscimento quale ad esempio quello ottenuto dal Ravigiolo (prodotto tipico del nostro Appennino tosco-romagnolo) diventato Presidio Slow Food - commenta l’amministrazione comunale - un percorso che sosteniamo da tempo e che vede grande fermento anche da parte degli attori locali, che si fanno promotori di eventi ed iniziative, culturali e fieristiche (ricordiamo quest'anno, oltre ai tradizionali appuntamenti gastronomici autunnali che di anno in anno aumentano le loro capacità attrattive, l’organizzazione dell’Anteprima del Festiva del cibo di strada dal richiamo internazionale, la partecipazione alla Festa Artusiana, la Cittadella del gusto animata dagli stand delle ProLoco romagnole e toscane durante il FestinVal)".

"In più questa eccellenza gastronomica è quotidianamente promossa e valorizzata dai ristoratori e dagli Chef locali, che con la loro sapienza e maestria si contraddistinguono non solo nel panorama locale, ma anche in quello nazionale - prosegue l'amministrazione comunale -. Da parte nostra continua anche in questo ambito la collaborazione con gli altri comuni della Valle del Savio, della Valle del Bidente e del Casentino, nell'obiettivo comune di far convergere gli sforzi di accomunare sul nostro Appennino le tradizioni culturali gastronomiche e creare una vera e propria filiera di eccellenza che possa coinvolgere dai produttori agricoli ai ristoratori a tutta la comunità e promuovere un piccolo distretto d’eccellenza gastronomica. Un percorso che già ci vede coinvolti nell’individuazione di un progetto gastronomico condiviso da mettere a punto nel corso del prossimo anno, il 2018, anno dedicato, stando a quanto afferma il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, proprio all’Enogastronomia".  
 

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