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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Hera, Uil contro Bologna: "Si smarca platealmente, Romagna deve fare sistema"

"Siamo identificati istituzionalmente come area vasta, ciò anche in ragione di una specificità economica e di insediamenti cittadini parcellizzati, una caratteristica che ci distingue rispetto alle grandi metropoli"

“Siamo identificati istituzionalmente come area vasta, ciò anche in ragione di una specificità economica e di insediamenti cittadini parcellizzati, una caratteristica che ci distingue rispetto alle grandi metropoli, avremmo quindi la necessità di una forte sinergia dei vari attori, per gestire l'area vasta come fosse un'area metropolitana”: il segretario della Uil Marcello Borghetti prende posizione nella vicenda di Hera, premettendo che la UIL non condivide la scelta di molti Comuni di vendere le proprie quote azionarie scendendo sotto la soglia pubblica del 51%.

Spiega Borghetti: “In primo luogo perché, a nostro giudizio, frutto di un percorso non partecipato con le associazioni. Inoltre, anche perché questi limiti di metodo, hanno sacrificato l'analisi sulle ricadute occupazionali e nella gestione di fondamentali servizi di pubblica utilità. La scelta che pure condividiamo nel merito, del Comune di Bologna di non vendere le azioni Hera, condizionando e ipotecando i fondi europei destinati all’intera Regione, è la conferma per altri versi, che Bologna ragiona in proprio, da area metropolitana appunto, con le opportunità che questo requisito le offre e svincolandosi, in questo caso platealmente, da una logica regionale di equilibrio o di solidarietà se vogliamo. Potremmo citare le questioni attinenti alle fiere e agli aeroporti romagnoli e all'impressione, magari solo della Uil, che nei riassetti e nelle vicende locali di queste infrastrutture, l'influenza di Bologna si senta eccome”.

“È quindi strategico che tutti i protagonisti della politica dell’area metropolitana romagnola, trovino unità di intenti, in un percorso che riscopra il valore della partecipazione diffusa per fare sistema e per rideterminare condizioni di sviluppo e di benessere. Per queste ragioni, vogliamo auspicare che la replica dei Sindaci dei Comuni principali di area vasta, ad un Comune di Bologna che modifica in corsa una scelta fatta, sia l'inizio di un percorso atteso e certamente virtuoso se non episodico, che spinga con forza a difendere, sostenere e progettare le esigenze locali”.

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