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Cronaca

Cesena non riesce a salvare il Giudice di Pace, Zoffoli: "Il Comune non ci ha creduto"

Il giudice di Pace rimarrà in piccoli centri come Porretta Terme, Fornovo Taro e Langhirano in Emilia-Romagna, ma non nella città di Cesena. Monta la polemica. Il candidato del centro-destra: "Il Comune non ci ha creduto"

Il giudice di Pace rimarrà in piccoli centri come Porretta Terme, Fornovo Taro e Langhirano in Emilia-Romagna oltre che in città come Faenza e Lugo: sono 5 le “sedi salvate” che continueranno ad avere il giudice di pace in tutta la regione, ma tra queste non c'è la città di Cesena. Cesena non compare infatti nelle 285 sedi che andavano inizialmente soppresse ma che sono state poi salvate dal Governo, a patto che siano gli enti locali a sobbarcarsi dei costi di funzionamento. Il decreto che “salva” numerose sedi decentrate che passano sul libro dei costi dei rispettivi Comuni è stato firmato dal ministro della Giustizia Orlando.

Sulla questione critica il Comune di Cesena il candidato del centro-destra Gilberto Zoffoli: “Si poteva salvare anche il nostro, ma il Comune non ci ha creduto”. “Cesena è una città che negli ultimi anni ha perso servizi”. Lo sostiene Gilberto Zoffoli, candidato a sindaco del centrodestra sostenuto da Forza Italia, Ncd, Pri, Udc, Fare per fermare il declino, Fratelli d'Italia. “La riforma delle circoscrizioni giudiziarie ha colpito in pieno la nostra città e se sul Tribunale le pressioni fatte sul Governo non sono valse a nulla, almeno la presenza del Giudice di Pace si poteva salvare, come dimostra il recente decreto del Ministro della Giustizia che ha disposto il mantenimento di 285 di questi uffici. “E così – prosegue il candidato sindaco – ci sono piccoli centri che continuano ad avere questo servizio, mentre Cesena e il suo comprensorio ne rimangono sprovvisti, con il risultato che per ricorrere contro una banale sanzione bisogna rivolgersi a Forlì”.

Ed ancora: “E tra Icarus, il Tutor e gli ausiliari del traffico che staccano in città dodicimila verbali all'anno, le occasioni per i cesenati di rivolgersi al Giudice di Pace non mancano. Ma le istituzioni locali, a partire dal Comune di Cesena e dal suo sindaco Lucchi, non hanno creduto nella possibilità di salvare questo ufficio, questo servizio per la cittadinanza. E' grave che il Municipio capo-comprensorio non abbia saputo far rete e, nonostante l'avanzo di bilancio cospicuo che sventola come esempio della propria buona amministrazione, non abbia trovato le risorse per far funzionare un ufficio giudiziario di prossimità sul proprio territorio. E questo nonostante i diversi locali vuoti di proprietà del Comune e la stessa sede del Tribunale che si è svuotata dopo il trasferimento della sede a Forlì”.

“Eppure – continua Zoffoli – senza voler andar troppo lontano, a Faenza e Lugo si è saputo trovare un'intesa per salvare il Giudice di Pace. E il Governo ha accolto quasi integralmente le proposte avanzate dagli enti locali: su 297 istanze, come detto, è stato disposto il mantenimento di 285 uffici. Il Comune, non intervenendo, ha messo definitivamente la parola fine alla presenza del Giudice di Pace in città, perché al momento dell’entrata in vigore del decreto, diventerà definitiva la soppressione degli uffici del Giudice di Pace che non rientrano nell'elenco delle richieste accolte, come quello di Cesena. E a perderci saranno ancora una volta i nostri cittadini, che dovranno rivolgersi altrove anche per piccole controversie”.

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