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Cronaca

'Funerale' di Forza Nuova alla coppia gay, 2 versioni in aula: "Breve e silenzioso". "Urla verso gli sposi"

Il processo è quello che riguarda il finto funerale ad una coppia gay inscenato per le vie di Cesena, da un gruppo di militanti di Forza Nuova

Prosegue in tribunale a Forlì il processo ai militanti di Forza Nuova. Mercoledì mattina in aula sono state discordanti le testimonianze dei poliziotti della Digos chiamati dal pm, rispetto a quelle dei testimoni chiamati dalle parti civili.  

Il processo è quello che riguarda il finto funerale ad una coppia gay inscenato per le vie di Cesena, da un gruppo di militanti di Forza Nuova, una vicenda che risale al 5 febbraio 2017. Alla sbarra ci sono 10 imputati, erano 12 inizialmente ma due si sono ravveduti, uscendo da Forza Nuova, e contribuendo anche all'organizzazione di diversi gay pride.

In aula i poliziotti impegnati in quel 5 febbraio hanno parlato di un corteo piuttosto silenzioso "durato circa dieci minuti". Diversa la versione dei testimoni delle parti civili, un ragazzo e una ragazza che erano invitati al matrimonio della coppia gay cesenate. I due hanno parlato di un corteo rumoroso "con urla rivolte ai due sposi, e una manifestante che aveva anche un megafono. Volevamo intervenire ma ci è stato sconsigliato", hanno riferito in aula. 

La vicenda

Il 5 febbraio 2017 alcuni esponenti del movimento di estrema destra Forza Nuova, avevano inscenato per le vie del centro un finto "funerale d'italia". Un gesto fatto contro e proprio in concomitanza di un'unione civile tra due uomini celebrata in Comune. I militanti di Forza Nuova avevano 'sfilato' con una bara coperta da un tricolore proprio davanti alla macchina degli sposi.
Dopo la querela per diffamazione aggravata presentata dai due uomini, dodici persone sono state rinviate a giudizio. Per la prima voltà l'imputazione riqualificata dal gip è stata istigazione e propaganda all'odio (articolo 604 bis del codice penale). Nel procedimento si sono costituiti parte civile il Comune di Cesena, l’Arcigay di Rimini, e l’associazione Rete Lenford-Avvocatura per i diritti Lgbt.

L'udienza precedente

Il giudice aveva ammesso il piano di pubblica utilità con uno degli imputati messo alla prova con 60 ore di lavoro socialmente utile per il Comune di Civitella di Romagna. Assolutamente simbolico il risarcimento chiesto dalla coppia gay contro il quale fu inscenato il finto rito funebre (250 euro). Mentre il Comune di Cesena, sfruttando probabilmente il fatto che la richiesta di messa alla prova arriva da un imbianchino, ha chiesto che "l'imputato pitturi la cappella di un cimitero cittadino". Per l'Arcigay invece "pitturerà le sale dell'associazione partigiani ma anche alcuni locali dell'Arcigay stesso". 

La prossima udienza fissata per il 15 aprile sarà piuttosto corposa: "Ci si avvia verso la conclusione delle prove dibattimentali - spiega l'avvocato Christian Guidi del foro di Rimini - io chiamerò tre testimoni, saranno sentiti alcuni imputati e anche i due 'pentiti', cioè i due militanti che parteciparono al corteo e che hanno deciso di uscire da Forza Nuova".

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