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Cronaca

Santa Eurosia: una domenica di festa a Pagno di Sarsina

Apre il ciclo la parrocchia di Pagno che, domenica, festeggia Santa Eurosia, che non è la patrona della parrocchia ma viene venerata più che il patrono stesso, San Gallicano

Dopo un periodo di sosta, con l’ultima domenica di aprile inizia il periodo dove le piccole comunità del Sarsinate si daranno il cambio nel festeggiare i loro santi patroni o la Beata Vergine Maria. Apre il ciclo la parrocchia di Pagno che, domenica, festeggia Santa Eurosia, che non è la patrona della parrocchia ma viene venerata più che il patrono stesso, San Gallicano. Per le 16 è fissata la messa solenne, celebrata dal parroco don Renato Serra, accompagnata dai canti popolari. Seguirà la processione che nel 2012, dopo decenni di sospensione, è stata ripristinata, giungendo alla “Mistedia” collocata tra la parrocchiale e l’oratorio della Madonna, restaurato due anni fa. I presenti saranno allietati, sul sagrato, da un ricco rinfresco e da musica romagnola tradizionale.

"Nel 2011 la chiesa parrocchiale ha ricordato il 250° anniversario di costruzione, pubblicando un pieghevole con la storia della piccola comunità - ricorda don Daniele Bosi -. La sede parrocchiale fin da prima del Mille era a Santa Cristina, a pochi metri dal letto del torrente Rio Maggio, fino allo scorso anno fa in territorio delle Marche, dove ancor oggi è visibile la cripta con alcuni resti mortali. L’eccessiva asperità del luogo e l’umidità, la difficoltà degli abitanti a raggiungere la chiesa in quanto risiedevano in posizione più elevata di oltre 300 metri di quota, fecero nascere l’idea di costruire una nuova chiesa, spostandola dai 334 metri di Santa Cristina ai 603 metri della chiesa attuale, collocandola in posizione più centrale rispetto alle abitazioni. Nell’archivio diocesano di Sarsina esiste l’elenco degli uomini che si prestarono nella costruzione, e fa davvero meraviglia constatare come questi cognomi siano ancora presenti, dopo 250 anni, nelle poche famiglie rimaste: Cangini, Peruzzi, Olivieri, Fabbri".

Continua Bosi: "Nel 1791 e 1861 nuovi lavori alla canonica, da come si può leggere da due mattonelle sulla facciata. La chiesa è veramente ricca di suppellettili e ha paramenti del ‘700. Nel 1922 don Igino Caggiati sistema totalmente casa e canonica, acquistando nel 1931 due nuove campane dal suono argentino e squillante presso la ditta Brighenti di Bologna. Nel 1969 si interrompe la lunga catena di parroci residenti, dopo la partenza per il Kenya di don Paolo Raggi. Da allora fino al 2009 vi si sono recati vari sacerdoti la domenica, da Pasqua del 2009 si celebra saltuarialmente, con la presenza della quasi totalità dei residenti. Nel 1971 vengono venduti la canonica e quarantun ettari di terreno della parrocchia. In pochi decenni da quattrocento persone si è arrivati a quindici. Purtroppo il futuro ormai prossimo non sarà roseo, in quanto i pochi ragazzi stanno partendo e alcuni anziani si sono trasferiti a Sarsina, vista la difficoltà di vivere sempre nella solitudine".

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