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Cronaca Mercato Saraceno

Fabbri: "Un'altra cava vicino al Savio, in un'area naturale protetta"

L'ecologista: "Si continua a prevedere e a dare attuazione ad attività estrattive in adiacenza al fiume Savio"

"Distruzione di un bosco in adiacenza al fiume Savio. Questa volta siamo a Mercato Saraceno, in località Borgo Stecchi, vicino alla frazione di Taibo. I cittadini possono bloccare questa nuova cava. Entro l’8 giugno 2020 tutte le persone interessate a difendere il territorio, possono presentare una osservazione per chiedere lo stralcio di tale previsione di cava". E' quanto afferma Davide Fabbri, in una sua iniziativa ecologista.

"Si continua a prevedere e a dare attuazione ad attività estrattive in adiacenza al fiume Savio. Dopo la cava già ripetutamente denunciata di Ca’ Bianchi a Cesena (area di 20 ettari inserita nel perimetro di una “area di riequilibrio ecologico”), si intende realizzare un’attività estrattiva a Mercato Saraceno. E pensare che l’emergenza sanitaria da Covid-19 ha fatto emergere – fra l’altro – in maniera inoppugnabile tutti i limiti di un modello produttivo che ha dominato in questi anni i nostri territori e nell’intero paese, che aveva al centro l’approccio predatorio nei confronti dell’ambiente e delle risorse naturali".

"Entro il prossimo 8 di giugno si possono presentare osservazioni al progetto di attività estrattiva di Borgo Stecchi a Mercato Saraceno, dopo aver letto e studiato tutta la documentazione relativa a tale progetto, che è disponibile sul sito web del Comune di Mercato Saraceno. L’area è di circa 14 ettari, quasi interamente ricoperta a bosco. E’ adiacente al fiume Savio, in sponda sinistra idrografica del fiume, poco lontano dalla strada provinciale 138 “Savio”. E’ un’area coperta da bosco di salici e pioppo nero, densissimo e in alcune parti impenetrabile. A formazione in evoluzione naturale, poiché è un’area riconquistata dalla natura, con vegetazione naturale dopo che l’area è stata sfruttata in passato come cava. Oltre al salice e al pioppo nero, è presente la robinia, l’acero, il sambuco e l’ailanto, l’albero del paradiso. L’area è molto delicata ed è soggetta a zona di tutela, ai sensi del P.T.C.P. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale".

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