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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Al Comandini gli studenti boicottano l'esame di qualifica e disertano in blocco

L'esame era tutto pronto, con la commissione in riga ad esaminare gli studenti, ma questi alla fine non si sono presentati in blocco allo scritto: un "boicottaggio" vero e proprio quello che si è verificato lunedì mattina

L'esame era tutto pronto, con la commissione in riga ad esaminare gli studenti, ma questi alla fine non si sono presentati in blocco alla prova pratica: un “boicottaggio” vero e proprio quello che si è verificato lunedì mattina all'istituto professionale “Comandini” di Cesena per gli esami di qualifica professionale. Dietro questa decisione delle famiglie degli studenti c'è un pasticcio, ma il dato di fatto è che gli studenti che avevano scelto di sostenere l'esame non potranno avere il loro titolo di qualifica professionale, se non riprovandoci il prossimo anno, dal momento che saranno “bocciati d'ufficio”.

E' quanto capitato a  dieci studenti della Terza G del “Comandini”, che è ad indirizzo elettronico. Alcune famiglie hanno anche scritto al sindaco Paolo Lucchi, che però ha rinviato la palla, per competenza, all'Ufficio Scolastico Provinciale e alla Regione Emilia-Romagna. E' bene precisare prima di tutto che si sta parlando di esami di qualifica e non di esami di maturità. Sono sempre esami pubblici ed ufficiali, ma servono nelle scuole professionali per conseguire, dopo il terzo anno, un'eventuale qualifica professionale. Questi studenti, quindi, pur nell'azione eclatante di boicottare l'esame a cui si erano iscritti, potranno comunque iscriversi alla quarta classe, nonostante questa bocciatura “parallela”.

LE FAMIGLIE - Cosa è andato in tilt al Comandini? Tutto ha inizio due settimane fa, mercoledi 8 giugno, quando gli studenti si presentano normalmente per l'esame, che però viene rinviato di due settimane ufficialmente per la mancanza di materiale specifico per effettuare la prova pratica per il conseguimento della qualifica “elettrico-elettronico”. Spiega la madre di un alunno: “Alla fine della mattinata veniamo a sapere che il presidente della commissione d'esame ha elaborato una prova non inerente agli argomenti dell'indirizzo seguito nel percorso scolastico dei nostri figli e che è in corso un chiarimento con la commissione sulle richieste fatte. Dal chiarimento con l'esaminatore si è stabilito di rinviare  gli studenti alla prima prova pratico scritta a lunedì 20 giugno e la prova orale il giorno dopo, oggi martedì. Qui la situazione sembrava risolta”. Tuttavia, poi emerge che la prova sia scritta che pratica non sarebbe stata modificata e qui vengono fuori i problemi, che hanno portato gli studenti a rinunciare in blocco alla prova, in quanto – a sentire le famiglie – non si sentivano preparati per un esame così fuori dal loro corso di studi e che non aveva niente a che fare con la simulazione che viene fatta alcuni giorni prima dell'esame. Da qui il “boicottaggio” dell'esame, un caso che non si era mai verificato prima sul territorio locale. Continua la madre nella sua lettera al sindaco: “Come è  possibile che in una scuola pubblica gli studenti abbiamo incontrato una difficoltà tale da compromettere il loro percorso scolastico?”. 

LA SCUOLA - Le famiglie spiegano che la diserzione in massa dell'esame sia stata una delle opzioni ventilate dal Comandini stesso come il “male minore”. Una circostanza che, però, viene negata dalla vicepreside della scuola, la professoressa Angela Versari, che tuttavia comprende la rabbia delle famiglie: “Dispiace molto che sia successo questo, perché è pur sempre un'opportunità in meno per questi ragazzi, sebbene tutti questi studenti abbiano manifestato l'intenzione comunque di andare in quarta (mentre la qualifica professionale è fondamentale in particolare per chi 'finisce' in terza e si mette subito a cercare lavoro, ndr)”. Inoltre Versari precisa che l'esame si sarebbe potuto fare lunedì in quanto “il materiale mancante è stato regolarmente acquistato e messo a disposizione della commissione d'esame”. Cosa è accaduto dunque? “E' la prima volta che capita una cosa del genere. Al Comandini abbiamo due corsi di 'elettrico-elettronico', che per differenziarli uno è più specifico sull'elettrico e l'altro sull'elettronico. Per la Terza G era stata fatta una simulazione di prova, ma il giorno dell'esame è emersa una prova giudicata non pertinente dagli studenti, ma di avviso diverso è la commissione, che è formata da due membri esterni ed uno interno. Questo ha creato disagio”. Il fatto, sostanzialmente, è che l'esame era più improntato sulla parte elettrica, mentre gli studenti hanno sviluppato negli ultimi due anni competenze principalmente elettroniche, ma il titolo della qualifica è unico “elettrico-elettronico”. In sostanza avrebbero dovuto fare un esame relativo ai programmi del primo anno.

IL NODO – La commissione d'esame viene nominata dalla Regione Emilia-Romagna, che è l'ente che sovrintende alla formazione professionale, sia quella realizzata dagli enti di formazione, sia quella proposta dalle scuole pubbliche professionali. Nella nomina delle commissioni vige un principio di terzietà, per cui i tre commissari non devono avere avuto rapporti formativi con gli studenti ed è “sovrana” anche rispetto alla scuola che ha organizzato il corso di studi. E', insomma, un principio diverso dall'esame con membri interni. I tre membri della commissione in questione sono: un professionista esterno, che funge da presidente, un docente esterno proveniente dalla formazione professionale (in questo caso, per esempio, dell'Enaip) ed infine un docente interno del Comandini. La commissione si è quindi interfacciata con la Regione, che avrebbe confermato la regolarità della prova proposta. Spiega la questione, come esperto del mondo della formazione professionale, Ermes Francisconi, direttore dell'Enaip di Forlì-Cesena: “Premesso che il docente dell'Enaip è nella commissione d'esame su nomina della Regione da un elenco e non funzionalmente dipendente dall'Enaip, è ancora difficoltoso far recepire un principio voluto dalla Regione con un sistema andato a regime nel 2013, e cioè che gli esami per le qualifiche professionali si svolgono non sulla base del programma svolto dagli studenti, ma in base a standard esterni definiti dalla Regione. Tali standard sono i requisiti di competenza per mettere sul mercato del lavoro delle persone a cui viene riconosciuta la qualifica”. E conclude: "Dispiace una decisione estrema come un boicottaggio, le difficoltà si sono sempre risolte in un sistema che è ancora "giovane" per il mondo della scuola, anche perché un'eventuale bocciatura non avrebbe compromesso gli studi futuri di questi ragazzi"

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