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Cronaca

Dente e Guido Catalano sullo stesso palco tra canzoni e poesie: l'intervista

Il cantautore emiliano e il poeta torinese incrociano chitarra e penna dando vita a uno spettacolo inedito e originale con la regia di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale

Rime semiacustiche, metafore in quattro quarti danzano dando vita a uno spettacolo inedito e originale con la regia di Lodo Guenzi de Lo Stato Sociale. Venerdì 2 febbraio sul palco del Teatro Moderno di Savignano arrivano Guido Catalano e Dente - all'anagrafe Giuseppe Peveri - con una tappa del loro primo tour nazionale "Contemporaneamente insieme". Il cantautore emiliano e il poeta torinese incrociano chitarra e penna per parlare d’amore a modo loro nell'evento organizzato da Retro Pop Live.

Guido Catalano è un talento letterario, scrive per Il Corriere della Sera e collabora con Smemoranda. La sua scrittura è ciò che più si avvicina al mondo della musica. Dente è un nome di punta della musica italiana, un cantautore dal linguaggio raffinato dotato di grande originalità. La sua musica è ciò che più si avvicina al mondo della poesia. Abbiamo fatto qualche domanda a Catalano in vista della sua esibizione, insieme a Dente, sul palco del teatro di Savignano.

"Contemporaneamente Insieme", come avete messo bene in chiaro, "non è un reading, non è un concerto, non una commedia dialettale e nemmeno uno spettacolo circense": e allora che cos'è?
È un percorso nell’affascinante, difficile e meraviglioso mondo dell’amore. I nostri strumenti per capirci qualcosa sono le canzoni e le poesie, ma nello spettacolo succedono altre cose: chiediamo al pubblico di aiutarci e c’è anche una discreta dose di improvvisazione. Poi si parla anche di musica e di poesia, cercando di prenderci un po’ in giro - che l’autoironia è, secondo me una chiave fondamentale per andare avanti.

Uno scrittore-musicista (Catalano a 17 anni fondò la band "Pikkia Froid") e un musicista-scrittore (Dente nel 2015 ha pubblicato il libro "Favole per bambini molto stanchi"): cosa ne esce fuori?
Esce fuori una felice collaborazione in cui le poesie diventano canzoni e le canzoni diventano poesie. Ci è piaciuto mischiarci per tirare fuori qualcosa di nuovo, pur senza rinunciare ai nostri “cavalli di battaglia”.

Un emiliano e un torinese: quanto siete legati alla vostra terra e quanto c'è della vostra terra nei vostri rispettivi lavori?
Nel mio caso, non credo ci sia molto. Detto questo penso che nascere e crescere a Torino sia una bella palestra. Torino non è una città facile, direi che è un posto dove chi ce la fa poi si trova bene un po’ dappertutto. Abbiamo senz’altro molto in comune. Problemi di “r” a parte (entrambi soffrono di rotacismo, ndr) ci piace mangiare bene, ci piace parlare d’amore in modo ironico, autoironico e alle volte surreale. 

L'uso delle parole che ciascuno di voi fa nei vostri libri e nelle vostre canzoni, secondo me, è molto simile; per entrambi l'amore è uno dei temi più ricorrenti; addirittura soffrite entrambi di rotacismo! Un po' come se ognuno di voi fosse la trasposizione musicale o letteraria dell'altro. Quanto hanno in comune Dente e Catalano? E in cosa invece vi siete scoperti diversi?
Rispetto a Dente io probabilmente tendo a parlare di me stesso in modo più diretto, raccontando le mie cose intime con una certa nonchalance. Lui poi è senz’altro più preciso e puntiglioso e tende a un livello d’ansia che difficilmente ho riscontrato in un essere umano.

Com'è stato lavorare con Lodo Guenzi?
È stata una bellissima sorpresa. Non lo conoscevo e ci ha dato una mano importante senza mai imporsi e ascoltando le nostre esigenze. Credo di avere imparato parecchio dalla collaborazione con lui.

Cosa ci dobbiamo aspettare per il futuro? Un libro a quattro mani, un duo acustico?
Non lo sappiamo ancora, magari un videogioco o un film. O forse apriremo un ristorante.

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