Col freddo il viadotto Kennedy diventa rifugio dei senzatetto: tra luride coperte, cartoni stesi e arredi bruciati
A Cesena molte persone, sconosciute ai più, ma forse note alle autorità, hanno difficoltà a trovare un luogo caldo dove ripararsi
L'arredo urbano come combustibile per le freddi notti invernali. E' quanto accade sotto il viadotto Kennedy di Cesena, luogo ormai storico di degrado e rifugio per i senzatetto dove i rigori invernali, spesso nelle ore notturne, sono tremendi da sopportare e si deve ricorrere a tutto ciò che nell'ambiente può essere usato per riscaldare. A Cesena molte persone, sconosciute ai più, ma forse note alle autorità, hanno difficoltà a trovare un luogo caldo dove ripararsi. La stazione ferroviaria è certamente un posto deputato e così le zone limitrofe.
Non sfugge il sotto del viadotto Kennedy, forse riservato a coloro ultimi tra gli ultimi. Qui tra luride coperte e cartoni stesi, in un mare di polvere, sporcizia, macerie tra rottami vari come una bicicletta in parte smontata in attesa di rimediare una ruota per farla funzionare, i disperati trovano un momento per trascorrere la notte. Ma se il corpo è al riparto dalla pioggia, questo non avviene per le temperature rigide ed ecco come l'ambiente viene a parziale soccorso.
L'arredo urbano in legno lavorato, in particolare quello utilizzato per delimitare la pista ciclopedonale, le siepi o di supporto alla crescita delle piante, quindi facilmente asportabile, diventa legna da ardere per addolcire il freddo pungente e quando questo tipo di combustibile sarà terminato si cominceranno ad usare le sedute delle panchine. A un paio di giorni dal “Giorno della Memoria” dove la miseria umana (e anche la crudeltà) giunse ai massimi livelli storici, "spettacoli" del genere non possono lasciare indifferenti.