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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Sogliano al Rubicone

Da un vecchio taccuino è nato un libro di ricette dei borghesi di fine '800

Il libro si compone di 135 che si riferiscono a pasti completi, o almeno come lo erano nelle famiglie borghesi di fine ottocento

Il pranzo declinato dalla cesenate Elisa Allocatelli Turchi. Chi è costei? Forlimpopoli vanta il suo genio culinario in Pellegrino Artusi, la citta' malatestiana, seppure in forme meno universali, propone il proprio mago dei fornelli nella persona di Elisa Allocatelli Turchi. Da un  vecchio taccuino, redatto  in bella calligrafia dell'800 e a lei attribuito, trovato per caso dalla pronipote Monica Agostini in una cassapanca abbandonata nasce il libro “Ricettario – Un Manoscritto di Fine Ottocento”, edito da Il Ponte Vecchio, e curato nella pubblicazione a stampa da Carla Battistini, Monica Rossi, Rino Zoffoli. Il volumetto che consta di 83 pagine è stato dato alle stampe grazie alla collaborazione dell'Associazione Culturale “Pro Rubicone”, il suo presidente emerito Rino Zoffoli è tra i redattori, e verra' presentato ufficialmente domenica 1° settembre alla 29esima Festa dell' “Urgon – Rubicone” al Passo dei Meloni in localita' Bagnolo di Sogliano al Rubicone.

Nel libro, che nelle sue dimensioni non esce dalla  versione originale, consta di 135 ricette molto semplici nella loro composizione, ma a volte di non facile esecuzione, che si riferiscono a pasti completi, o almeno come lo erano nelle famiglie borghesi di fine ottocento: antipasti e uova, primi, secondi, verdure, pesce, salse, marmellate, liquori ed infine dolci. Abbiamo detto “famiglie borghesi”, è proprio così infatti l'abbondanza dell'uso dell'olio, del burro, di carni di qualità (pur utilizzando anche le interiora degli animali) e liquori pregiati fanno pensare che queste ricette non siano state create per le famiglie popolari, bensì andassero ad allietare le mense dei borghesi e dei nobili. La copertina, voluta dai curatori, rende evidente questa prospettiva indicando la signora di casa che legge la ricetta alla cuoca che, con una certa apprensione, si prodiga per mettere in pratica quanto gli viene ordinato.

Quello che è significativo e indica chiaramente una raccolta di ricette fatta in colloqui con le amiche è il fatto che molte sono corredata da “buono”, “molto buono”, “ottimo”, “eccellente”, “delizioso” per giungere a un “ottimissimo”, la più alta valutazione, attribuito al “Polpettone di Tonno”. Complessivamente si raggiunge una lettura agevole e non stancante, proprio per  desiderio di chi ha raccolto originariamente nel taccuino le ricette, negli ingredienti possiamo trovare lo specchio alimentare di un certo periodo dove solo alcuni potevano permettersi certe prelibatezze inoltre i più attenti ed  esperti potranno trovare gusti ed alimenti che oggi sono scomparsi o che vengono utilizzati in tutt'altro modo da quanto descritto.

Ricordiamo, come per le ricette di Pellegrino Artusi, che queste non nascono da chef famosi, pentastellati e divi dello schermo, ma da oscure “Mariette” che si svegliavano all'alba per accendere il fuoco di legna e andavano avanti così per tutta la vita dai dieci o dodici anni in cui cominciavano come aiuto cuoche senza vedere mai nulla che non fossero tegami o animali morti, ma dalle loro mani uscivano manicaretti frutto dell'esperienza e della conoscenza personale dei prodotti che erano rigorosamente, si direbbe ora, a chilometri zero.

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