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Cronaca

Crisi del Cesena, Lugaresi: "Se solo quelle 9 aziende mi avessero dato ascolto a gennaio..."

Ma se l'iscrizione alla B, con una domanda tuttavia lacunosa di molti documenti necessari, è ormai partita resta da interrogarsi sul futuro

"La partita non è ancora chiusa" premette Giorgio Lugaresi, presidente del Cesena Calcio, parlando del Cda della società in cui affrontare decisioni cruciali per l'immediato futuro dell'Ac Cesena Spa, "ma per ora di concreto non ho nulla da dirvi".  Il presidente, nonostante stia vivendo il peggior momento del suo impegno nel mondo del calcio, ci tiene a precisare che quello che ha fatto in questi ultimi giorni (la tanto contestata iscrizione alla serie B) non è stata fatta a caso e, soprattutto, non è stata frutto di una ripicca o di un atteggiamento negativo nei confronti del titolo sportivo del Cesena Calcio. "Come fanno a pensare che io possa voler male al Cesena Calcio? O che voglia farlo morire così? - si interroga Lugaresi riferendosi alle polemiche sollevate dai tifosi nelle ultime settimane - E' una cosa impensabile. Ma non lo dico tanto per me quanto per tutti quelli che finora hanno lavorato insieme a me, per tutti quelli che siedono nel Cda, molti dei quali sono figli di quelli che hanno fatto il grande Cesena con mio padre Edmeo. L'iscrizione in B era un atto dovuto perché se entro quel termine non l'avessimo fatto, il prossimo anno avremmo perso qualsiasi possibilità di esserci".

Ma se l'iscrizione alla B, con una domanda tuttavia lacunosa di molti documenti necessari, è ormai partita resta da interrogarsi sul futuro: "Poi è nostro compito cercare le risorse per andare avanti e qualcosa di certo potremmo averlo tra martedì e mercoledì. Ipotizziamo di riuscire a salvare la società, cosa sarebbe accaduto se non avessimo iscritto la squadra? I tifosi ci avrebbero impiccato. Quello che mi rammarica è il fatto che le scelte che abbiamo preso vengano lette come azioni ostili, come se noi fossimo persone poco raccomandabili. Non è così".

Lugaresi ha anche fatto tutto quello che bisogna fare nel caso non andasse a buon fine i tentativi di salvare il Cesena. "Ho incontrato i sindacati e se entro la prossima settimana non abbiamo risposte significative sarò io a portare i libri in tribunale e a fare un licenziamento collettivo. I dipendenti, circa una quindicina, non resteranno senza nulla. Per due anni prenderanno gli ammortizzatori previsti in queste situazioni". 


E poi lamenta il fatto che lo scorso gennaio aveva scritto una lettera a 9 aziende locali e al sindaco chiedendo aiuto per attivare una linea di credito di 4 milioni di euro, una garanzia, ma non gli è stata data risposta positiva. "Del resto l'indebitamento delle squadre di B si aggira per tutte sui 20 milioni di euro, noi - continua Lugaresi - se avessimo avuto quei 4 milioni di credito, saremmo stati in linea con le altre squadre. Ma così non è stato e ora tutti si agitano per fare quello che io avevo chiesto sei mesi fa". 


I dubbi di Lugaresi riguardano anche il tentativo di ripartire con una squadra in D. "Ma non sanno che ci vogliono come minimo 8/10 milioni per risalire dalla D a una serie più alta. In un paio di anni ci vogliono un sacco di soldi senza giocatori da vendere. E se a un certo punto non si riuscissero più a coprire le spese, che si fa? Si getta la spugna di nuovo... l'hanno già fatto altre squadre che tentavano la risalita. Quello che mi dico: non sarebbe stato meglio provare a continuare in B e stare tutti insieme, trovare insieme una soluzione? Io l'ho sempre detto che non sono legato alla presidenza, quindi potevo tirarmi da parte se davo fastidio ma almeno la squadra continuava nella sua serie".  

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