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Cronaca

Interrogazioni davanti al pc: e i prof più giovani spiegano come fare lezione online ai colleghi

"E' molto importante far sentire alle famiglie che la scuola c'è anche in un momento così difficile e drammatico. E' fondamentale mantenere il contatto con gli studenti e garantire una normalità"

La scuola, ai tempi del Coronavirus, è stata la prima a fermarsi. Nelle regioni più colpite, dal 24 febbraio, le aule sono diventate off limits. Dopo la prima settimana, trascorsa nell'attesa di capire come si sarebbe evoluta la situazione, si è subito compreso che non sarebbe stata una questione né semplice, né breve. Quindi tutte le scuole, di ogni ordine e grado, hanno iniziato ad attrezzarsi per organizzare il lavoro a distanza e mantenere i contatti con gli studenti. I professori, anche i più restii alla tecnologia con tanti anni di esperienza alle spalle e un po' di diffidenza nei confronti dell'informatica, si sono rimboccati le maniche e, con un moto di orgoglio, hanno dimostrato che nulla è impossibile. Sono saltati sull'onda veloce di internet e hanno messo in piedi lezioni ancora più belle di quelle proposte in classe.

"E' vero, manca il contatto con gli studenti, non possiamo guardarli negli occhi - afferma Antonietta Amore, animatore digitale e professoressa di matematica e fisica al liceo linguistico Ilaria Alpi - ma la loro partecipazione è veramente palpabile, rispondono al microfono, in chat, sono presenti, consegnano i compiti. Si stanno dimostrando veramente bravi". La prof Amore si è subito attivata, su indicazione della dirigente Valentina Biguzzi, per rendere disponibili tutte le funzionalità della piattaforma Google suite già in uso a scuola utili a implementare le azioni di didattica a distanza e, dopo una prima settimana in cui i professori hanno svolto con gli studenti attività asincrone, dalla seconda settimana il liceo linguistico è partito con le lezioni in videoconferenza.

"Il feedback è molto positivo, gli studenti sono educati e molto presenti - spiega la dirigente dell'Alpi - Avendo lasciato libertà di scelta agli insegnanti siamo partiti anche con un monitoraggio, studiato dal team digitale, per capire che tipo di piattaforme hanno usato i docenti, come sta andando e che problemi hanno riscontrato. Il monitoraggio ci darà il polso della situazione per poter migliorare di giorno in giorno l'organizzazione dell'attività. In più abbiamo attivato Faq interne per sostenere gli insegnanti che hanno bisogno di affrontare problemi tecnologici. Per quanto riguarda le valutazioni sui compiti e la sorte dell'anno scolastico, sapremo tutto più avanti. Ora è importante tenere gli studenti in contatto con la scuola e non far perdere loro passione e ritmo allo studio".  

"La maggior parte degli insegnanti si sono attivati e stanno lavorando molto bene per tenere collegati i ragazzi alla scuola - le fa eco Lorenza Prati, dirigente scolastica del Liceo Scientifico Righi (oltre 1500 studenti, 63 classi) - Nelle prime settimane è arrivata qualche segnalazione da parte delle famiglie che chiedevano informazioni, poi la macchina è partita e i docenti hanno iniziato a lavorare sia con compiti assegnati che con le videoconferenze. Alcuni si fanno mandare i compiti svolti, altri registrano le lezioni. So che si sono attivati anche i docenti di scienze motorie con video o schede formative. Il discorso didattico, dopo tre settimane - conclude la dirigente - mi sento di dire che è a regime. Altre cose che riguardano la vita della scuola, come il lavoro agile o le turnazioni del personale scolastico, sono ancora da sistemare e ogni giorno arrivano direttive nuove. Ogni volta c'è da riorganizzare tutto. Direi che per chi opera nella scuola il lavoro è ancora più impegnativo, ma si fa con la solita passione di sempre".

Videoconferenze in orari mattutini e pomeridiani anche al Liceo Monti, dove i docenti più tecnologici hanno organizzato veri e propri tutorial per dare una mano ai prof meno informatizzati. "In accordo con l'animatore digitale - spiega la dirigente Simonetta Bini - abbiamo lasciato ampia libertà ai docenti. Alcuni di loro, infatti, stavano già usando un certo tipo di piattaforme per fare attività con gli studenti; altri, meno informatizzati, si sono immediatamente messi a lavoro. Giorno per giorno escogitiamo nuove metodologie organizzando l'attività al meglio, per il bene degli studenti. Visto che non è molto salutare far restare i ragazzi per 4 o 5 ore collegati ai computer, so che sono state utilizzate e molto apprezzate dagli studenti le registrazioni delle lezioni. Dieci o quindici minuti di spiegazione che gli studenti possono andare a risentire, fermandole e prendendo appunti. Chi vuole essere interrogato, invece, può prendere accordi col docente e, con le dovute modalità, può farlo. Per quanto riguarda l'anno scolastico, direi ai ragazzi di stare tutti tranquilli, arriveranno direttive dal Ministero. L'importante è mantenere il contatto con gli studenti. Tra l'altro il professore Paolo Turroni ha organizzato una raccolta di riflessioni scritte dai ragazzi sul coronavirus. Sono arrivati moltissimi scritti a dimostrare di quanto tutti abbiano voglia di esprimersi, di condividere un momento così particolare".

Se alle scuole superiori è forse più semplice organizzare l'attività scolastica a distanza, perché gli studenti sono tutti più autonomi e organizzati, anche le scuole secondarie di primo grado e le primarie stanno facendo la loro parte. A confermarcelo è la dirigente dell'Istituto comprensivo di Savignano che comprende scuola dell'infanzia, primaria e secondaria di primo grado per un totale di 1750 studenti. "Ci siamo attivati subito per garantire il diritto allo studio agli studenti e dare una risposta alle famiglie - spiega la dirigente Catia Valzania - Abbiamo messo in campo la didattica a distanza utilizzando il registro elettronico arricchendola con le videoconferenze per tutti gli studenti della secondaria, soprattutto per gli allievi con bisogni educativi speciali o disturbi dell'attenzione che necessitano di canali visivi e non solo di compiti assegnati tramite il registro elettronico. Ora stiamo partendo con questa metodologia anche per le quinte classi della primaria. Per gli studenti più piccoli i docenti hanno pensato a canali come email, Whatsapp. Forse dalla prossima settimana inizieremo a fare videoconferenze con i genitori degli studenti della primaria per tenere un contatto anche visivo. E non è detto che non lo faremo anche con le famiglie dei bambini che frequentano la scuola dell'infanzia. E' molto importante far sentire alle famiglie che la scuola c'è anche in un momento così difficile e drammatico. E' fondamentale mantenere il contatto con gli studenti e garantire una normalità. Mi sento, infatti, di ringraziare tutto il corpo docenti perché si è veramente adoperato da subito a mettere in pratica una metodologia nuova. Ha sperimentato, si è dato da fare per imparare e per essere all'altezza. E questo è stato possibile perché crediamo nella scuola, nell'immenso valore che la scuola continua a occupare nella nostra società". 

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