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Cronaca

Una busta con escrementi recapitata all'Agenzia delle Entrate

Dopo l'arresto delle scorse settimane, con poca signorilità, un anonimo nella giornata di venerdì scorso ha fatto recapitare nella filiale cesenate un plico decisamente sgradevole

Le notizie relative alla corruzione negli apparati dello Stato, un problema che è ancora a livelli preoccupanti nel nostro Paese, destano legittima indignazione tra i cittadini, tanto più quando queste riguardano forse l'ufficio più temuto, l'Agenzia delle Entrate, preposta alla gestione dell'elefantiaco apparato fiscale italiano. Per questo, sicuramente con poca signorilità, un anonimo nella giornata di venerdì scorso ha fatto recapitare nella filiale cesenate – dove presta servizio Tiziano Marchi, l'ex assessore e funzionario delle Entrate arrestato con l'accusa di concussione – un plico decisamente sgradevole.

All'interno, gli addetti dell'Agenzia delle Entrate hanno rinvenuto della carta igienica, sporca di escrementi. Una volta aperta la busta, è stata notiziata dell'accaduto la Procura della Repubblica e i Carabinieri di Rimini, competenti per l'indagine. Al gesto poco edificante non si è dato comunque particolare peso, in termini di minaccia o dileggio, limitandolo al suo alveo, vale a dire un'azione di protesta sicuramente fuori dai canoni dell'educazione, ma inoffensivo. Spiacevole anche perché colpisce “nel mucchio”, a fronte invece della stragrande maggioranza di funzionari che alle Entrate svolgono correttamente il loro lavoro. La stessa Agenzia, nell'immediatezza del fatto, ha fatto sapere di essere pronta ad ogni provvedimento, compreso il licenziamento del funzionario arrestato.

Tiziano Marchi è il 59enne originario di Forlimpopoli, funzionario dell'Agenzia delle Entrate di Cesena con un passato in politica da socialista come assessore ai servizi demografici e al personale fino al 2009 del Comune di Forlì e consigliere comunale nel '95 per una coalizione di sinistra, arrestato alcune settimane fa dai carabinieri con l'accusa di concussione. L'ex assessore comunale era finito in manette mentre intascava una busta con 5mila euro, sui 10mila pattuiti, secondo le accuse per ammorbidire una verifica fiscale nei confronti di un imprenditore cesenate. La scena è stata ripresa dalle telecamere installate dai carabinieri nello studio di un commercialista di Rimini. Da parte sua Marchi ha sostenuto davanti al giudice che quei soldi non erano assolutamente per una tangente, ma un prestito chiesto per far fronte a dei guai finanziari. Attualmente Marchi si trova agli arresti domiciliari. 

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