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Cronaca

Ci sarà anche Vittorio Sgarbi a "Contemporanea"

Al via venerdì con l'inaugurazione, la mostra mercato "Contemporanea" alla Fiera di Cesena riceve la visita del famoso critico d'arte

Sarà l’assessore alla Cultura del Comune di Cesena, Christian Castorri, a inaugurare ufficialmente venerdì alle 18.00 la 22ª edizione di “Contemporanea”, la mostra-mercato d’arte moderna e contemporanea organizzata da Romagna Fiere che quest’anno torna nel moderno e funzionale quartiere espositivo di Cesena Fiera per consolidare un rapporto nato nel 2017 rafforzando la sua proposta di alto spessore culturale in un territorio sempre più ricettivo e attento.

La rassegna aprirà le porte al pubblico dalle 17.00 e resterà visitabile sino alle 19.30 per poi riaprire sabato, domenica e lunedì sin dalle 10.00, ma è alle 18.00 di venerdì che le autorità cittadine presenzieranno alla cerimonia di apertura ufficiale della manifestazione assieme allo staff organizzativo e ai dirigenti di Romagna Fiere e Cesena Fiera. 
Un’occasione per ammirare l’articolata offerta di stimoli derivanti dalla presenza delle più importanti Gallerie d’Arte italiane, di centinaia di artisti che espongono e mettono in vendita, individualmente, o in associazione tra loro, le proprie opere e di una serie di mostre ed eventi collaterali che, come ogni anno, impreziosiscono la manifestazione.
Non a caso il più autorevole e popolare critico d’arte italiano ha scelto Contemporanea per osservare con il proprio occhio attento tutto ciò che i galleristi hanno portato in dote alla rassegna fieristica e per scoprire nuovi talenti dialogando direttamente con loro. Vittorio Sgarbi sarà a Cesena Fiera sabato 27 ottobre a partire dalle 14.00. La sua presenza, non abituale alle mostre-mercato dedicate alle tendenze della contemporaneità, le dà lustro e rappresenta un’opportunità di confronto e accrescimento sia per galleristi ed artisti, sia per i visitatori.

Per questi ultimi, Contemporanea propone innumerevoli situazioni sulle quali riporre attenzione, sin dalla grande hall d’ingresso dei padiglioni fieristici. Ad accogliere il pubblico sarà una mostra davvero sorprendente. Si intitola “Andy Warhol – Vip Society” l’esposizione a cura di Jonathan Fabio ed Eugenio Falcioni in collaborazione con Mirabili Arte d’Abitare. Protagonista il genio del Maestro indiscusso della Pop-Art in un contesto interamente dedicato al glamour, alla dissacrazione, alla sperimentazione delle Factory, all’eccesso mondano della New York di fine anni ‘70 e primi anni ’80, dei suoi locali notturni quali lo “Studio 54”, reso celeberrimo non solo dalla presenza fissa ed ostentata di tutto il jet set statunitense, ma ancor più dalle contaminazioni tra arte, tecnologia, musica e spettacolo di cui Warhol era al contempo mente ed emblema.


Oltre 60 tra serigrafie, ritratti, pezzi unici, ticket drink personalizzate della discoteca della Grande Mela – i celebri Complimentary drink - e opere che, a vario titolo, riassumono l’incredibile vita di un personaggio che ha cambiato per sempre i connotati del mondo dell’arte, della musica, del cinema e della moda, tracciando un percorso nuovo e originale che ha stravolto in maniera radicale qualunque definizione estetica precedente.
Per gli appassionati d’arte e di Cultura Pop di tutta la Romagna è un evento irrinunciabile. La mostra, infatti, porta a Cesena l’opera di un Maestro che in questo periodo è protagonista di altri due allestimenti recentemente inaugurati a Palazzo Albergati a Bologna – “Warhol&Friends” – e al Vittoriano a Roma. Insomma, un’occasione unica per un tuffo in un’era aurea della quale Warhol fu figura iconica, trasformando in arte i feticci dell’immaginario collettivo americano e anticipando l’instaurarsi del potere dei mass media. Fu lui a suggellare il successo di personaggi dello star system e i simboli del consumismo. Fu lui il riferimento per artisti eclettici quali Mick Jagger, Liz Taylor, Liza Minnelli, Lou Reed, Grace Jones e innumerevoli altri.
Erano gli abituali frequentatori dello Studio 54. New York 1976, 254ª strada fra la 7ª e l’8ª Avenue a ovest di Manatthan. Dall’idea di Steve Rubbell e Ian Schrager, uno storico e vecchio teatro di 1.800 metri viene completamente rivoluzionato, dando cosi vita alla celebre, unica, trasgressiva discoteca, STUDIO 54. Inaugurata il 22 aprile del 1977, lo scopo dei fondatori era quello di creare un ambiente dove tutti potevano essere protagonisti, le etichette sociali non contavano più nulla e ogni sera, si doveva svolgere la “festa più grande del mondo”. Studio 54 in quegli anni non è altro che una finestra, fatta di eccesso e trasgressione che si affaccia su una New York in procinto di risvegliarsi da una profonda crisi, una metropoli in bianco e nero fatta di successo e baratro sociale, ricchezza e povertà, un agglomerato umano degli opposti tenuti assieme dal cemento.

Epica la scena di Bianca Jagger del 2 maggio del 1977 che entra nella storica pista a dorso di un cavallo bianco, come eccessivo era il culmine della serata, dove dall’alto appariva “L’uomo sulla Luna” che calandosi fra il pubblico offriva loro cocaina su di un cucchiaio d’argento. Tantissimi i personaggi famosi che l’hanno animata tra cui Arnold Schwarzenegger, Sylvester Stallone, Grace Johns, Truman Capote, Debbie Harry, Liza Minnelli, Mick e Bianca Jagger, Nick Rhodes, Simon Le Bon, Keith Haring, Basquiat, una allora emergente Madonna, ma anche emeriti sconosciuti pescati dalla folla personalmente da Steve Rubbell per invitarli insieme alle celebrità nei suoi party esclusivi. 
Spesso fra la folla Vip, spiccava un uomo con una vistosa parrucca bianca, grandissimi occhiali da vista, un immancabile macchina fotografica (polaroid xs 70) ed un registratore nel taschino. Suo malgrado, per molte di quelle occasioni abbandonava il suo amato look casual ed indossava black tie/tuxedo con immancabili jeans, anziché il classico pantalone nero con riga laterale in raso. Era Andy Warhol, che in un lampo di genio nel 1978, in occasione del Natale pensando a cosa regalare agli amici, dà vita ad un opera d’arte, il Complimentary drink raffigurante il ticket drink dello storico locale di Manatthan. Di quest’opera ne sono stati realizzati pochissimi esemplari, se ne contano all’incirca 20, tutti diversi uno dall’altro e così pezzi unici. Molti furono regalati dallo stesso Warhol agli amici più stretti. Dopo 3 anni di eccessi, il locale, con l’arresto di Steve Rubbell, chiuse i battenti. Ad oggi è stato riadattato a teatro, tutt’ora funzionante. Grazie al concetto di Andy Warhol di immortalare gli oggetti, come questo semplice e apparentemente banale ticket (diventata poi un opera d’arte di estremo valore), possiamo riuscire ad andare oltre l’immagine proposta e teletrasportarci in quel mondo.

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