Alle medie c'è chi va a lezione contro la mafia

C'è chi alla domanda “cos'è la mafia?” non ha nessun dubbio e timore a rispondere correttamente. E' un gruppo di alunni delle scuole medie che da qualche settimana ha intrapreso un corso dal titolo: “Educazione alla legalità e alla cittadinanza attiva”. E' curato dal Giovane Antonio Capristo, che dopo studi approfonditi su questa particolare tematica purtroppo sempre di scottante attualità, ha proposto una condivisione di esperienze con le nuove leve. Ecco come il docente racconta questa esperienza.

«Per evitare – racconta - a monte che un problema legato alla mafia si radichi anche nel nostro territorio ritengo sia giusto discutere di una cultura della legalità già da bambini visto che sono loro che faranno il bello e il cattivo tempo. Poi erano gli stessi Falcone e Borsellino a incitare a parlare del fenomeno mafioso altrimenti significa che non è un problema».

La ricetta per farsi seguire con attenzione? «Poca teoria e soprattutto fatti, personaggi, foto, esempi. Sono molto attenti e percettivi, fanno molte domande, in pratica la lezione la fanno loro grazie a curiosità e semplicità. Parlo, ad esempio, delle persone che si sono distinte nella lotta alla mafia oppure faccio paralleli con situazioni vicine. Ad esempio c'è chi è stato testimone di furtarelli, piccoli atti di vandalismo, bullismo e in questo si trovano richiami a comportamenti più gravi».

Se l'anno scorso questo percorso era solo di 4 ore, quest'anno è diventato un vero corso di 24 ore che riguarda le classi terze delle scuole di Villarco e Viale della Resistenza.

E gli studenti sono tutti primi della classe. «Hanno  grande capacità di far collegamenti. Dopo una lezione sull'economia delle mafie mi hanno chiesto che senso ha che un mafioso uccida e rubi se poi si deve fare 20-30 anni di latitanza. Un ragionamento che è stato fatto da solo senza particolari input».