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Cronaca

Movida, ecco il piano d'azione del Comune: un decalogo di buone pratiche

Movida: occorre trovare un punto d’equilibrio fra la vitalità prodotta dai locali e l’esigenza di quiete dei residenti. E per raggiungere questo obiettivo, l’Amministrazione comunale mira a responsabilizzare tutti i soggetti coinvolti

Movida: occorre trovare un punto d’equilibrio fra la vitalità prodotta dai locali e l’esigenza di quiete dei residenti. E per raggiungere questo obiettivo, l’Amministrazione comunale mira a responsabilizzare tutti i soggetti coinvolti. Il piano d’azione in questa direzione è stato messo a fuoco nella riunione di martedì mattina della Giunta Comunale, che ha voluto affrontare con urgenza il tema, alla luce dei fatti degli ultimi giorni, e delle conseguenti tensioni createsi in centro storico fra residenti e clienti di pubblici esercizi.

“Trovare il modo di conciliare le diverse istanze non è un compito facile – sottolineano il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore allo Sviluppo Produttivo Matteo Marchi -, ma è indispensabile  affrontarlo con il massimo impegno per salvaguardare  la diversità di funzioni che si racchiudono in centro storico. Sappiamo bene che il fenomeno della movida presenta due aspetti importanti: da un lato, una ricaduta economica positiva sulla città attraverso le imprese del settore, dall’altro la capacità aggregativa, in grado di rigenerare quella funzione sociale che tanti centri storici di altre città, anche poco distanti da Cesena, stanno perdendo, con gli effetti di spopolamento che nessuno di noi si augura"-

"Sulla base di queste premesse, abbiamo impostato un piano di lavoro mirato a una mutua responsabilizzazione di tutti gli attori in campo: pubblici esercizi, clienti, Amministrazione comunale sono chiamati a dare il loro contributo, ciascuno per la propria parte, per costruire un clima più sereno, che sappia coniugare vitalità e rispetto. In questo quadro, naturalmente, non va  tralasciato l’importante fattore legato ai controlli delle forze dell’ordine”, concludono Lucchi e Marchi. Un tema che il primo cittadino ha affrontato direttamente martedì mattina con  Prefetto Cesari, il Comandante provinciale dei Carabinieri Adriano Vernole e il Questore Salvatore Sanna.

Intanto, la prossima settimana l’Amministrazione comunale convocherà  un primo incontro con i gestori degli oltre 20 pubblici esercizi interessati dal fenomeno della movida e con le quattro associazioni di categoria Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna, per definire misure concrete allo scopo di rafforzare un modello positivo di movida. “Già in quell’occasione – indicano il sindaco Lucchi e l’assessore Marchi – vorremmo gettare le basi di un “patto” che valorizzi l’esperienza di chi porta avanti la propria attività economica in modo responsabile e lungimirante e, invece, isoli chi intende lavorare fuori dalle comuni regole di convivenza".

"A questo scopo abbiamo predisposto un decalogo di buone pratiche, che presenteremo nel corso di quell’incontro - chiariscono Lucchi e Marchi -. In esso abbiamo indicato punti estremamente concreti che toccano tanto gli aspetti più qualificanti, come il corretto stile di divertimento da proporre, il rapporto con la clientela, il dialogo con il vicinato, l’importanza della pianificazione e della corretta gestione degli eventi, quanto accorgimenti molto più pratici, come l’evitare di gettare il vetro di notte perchè troppo rumoroso e mantenimento del decoro fuori dal proprio locale”.

Il Comune intraprenderà un analogo percorso di confronto e di dialogo anche con le cinque associazioni degli universitari (Spazi, Analysis, Mysta, Astice e Sprite), egualmente interessate ad affermare la positiva specificità delle proprie attività, sempre tese a rimarcare una corretta convivenza fra la presenza universitaria e la città.

“In entrambe le occasioni – anticipano Sindaco e Assessore – inviteremo anche le forze dell'ordine, per consideriamo la loro collaborazione indispensabile per la buona riuscita del programma di interventi da mettere in campo. Vogliamo dimostrare che la movida può essere vivace ma senza creare disagi, e che la funzione aggregativa del centro storico e dei pubblici esercizi può convivere con le esigenze dei residenti e le aspettative economiche dei gestori. Tutti, però, dobbiamo essere consapevoli che si tratta di un obiettivo raggiungibile solo se ognuno si fa carico del proprio pezzetto di responsabilità”.

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