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Cronaca

Tragedia di Genova, si guarda ai ponti locali: "Viadotto Kennedy monitorato. Nel 2019 il via ai lavori"

Ai cesenati, ovviamente, è caduta l'attenzione su un ponte realizzato proprio negli anni 60 e con la simile metodologia, con gettate in cemento armato, a quello ligure. Si tratta del viadotto Kennedy

Dopo il crollo del ponte di Genova ognuno guarda con preoccupazione e più attenzione i ponti in casa propria, quelli su cui transita anche più volte al giorno. E ai cesenati, ovviamente, è caduta l'attenzione su un ponte realizzato proprio negli anni 60 e con la simile metodologia, con gettate in cemento armato, a quello ligure. Si tratta del viadotto Kennedy che collega Cesena centro con il quartiere Vigne e Sant'Egidio. Dall'Hotel Casali arriva alla rotonda di Hera, nei pressi del Montefiore, sovrastando la ferrovia. Non è altissimo da terra né lungo quanto quello di Genova, ma è un ponte che ogni tanto torna all'attenzione della cronaca perché passeggiandoci sotto si può notare che le gettate e i piloni alla vista non sono proprio perfetti, qua e là si intravedono ferri scoperti e alcuni giunti sembrano ossidati. 

VIADOTTO KENNEDY, ECCO LE SUE CONDIZIONI: IL VIDEO

A tranquillizzare sul suo stato di salute, però, è l'assessore ai lavori pubblici Maura Miserocchi. Trattandosi di un manufatto in cemento armato, la progettazione è stata preceduta da un’approfondita serie di indagini, condotte fra 2016 e 2017, che hanno ‘radiografato’ la struttura: prove di carico, carotaggi, ed altro. Le opere previste interesseranno sia la parte strutturale (travi, giunti ed altro) sia la parte superficiale (manto stradale e parapetti).

"Il viadotto Kennedy quest'anno è stato oggetto di importanti monitoraggi - spiega l'assessore - e abbiamo già inserito in bilancio un milione a mezzo di euro proprio per fare manutenzione straordinaria e ulteriori verifiche. Tra qualche settimana verrà indetto un bando e, secondo quanto posso prevedere, nei primi mesi del 2019 si potrà partire coi lavori. Comunque, che sappia io, attualmente non sono emersi rischi di staticità o tenuta, anche se ovviamente è un'opera datata".

"C'è da dire - continua ancora l'assessore - che una metà degli interventi erano già stati fatti durante la realizzazione della Secante. Ora toccherà all'altra parte". "Dopo i terremoti dell'Aquila e di Amatrice - conclude Miserocchi - agli enti locali sono stati attribuiti maggiori obblighi sulla staticità e sul coefficiente di sicurezza delle strutture locali e quindi i Comuni più attenti, come in questo caso Cesena, hanno già provveduto a una mappatura delle strutture con più anni sulle spalle o supposte criticità. Uno di questi, ovviamente, è il viadotto Kennedy. A questo punto, ci auguriamo che davvero i finanziamenti siano aumentati".

A richiedere una mappatura delle principali arterie della provincia di Forlì-Cesena è anche Fabrizio Ragni, coordinatore provinciale Forza Italia e capogruppo comunale Forza Italia Forlì. “Si parla di almeno 300 opere a rischio in tutta Italia fra le oltre  45 mila infrastrutture tra ponti, viadotti e gallerie che costellano la Penisola. Sorvegliato speciale - scrive l'esponente berlusconiano - è soprattutto la strada statale 3bis “Tiberina”, ovvero l’E45 Orte-Cesena-Ravenna, la più lunga e importante superstrada d'Italia, che quando è occupata da cantieri e “lavori incorso” offre corsie  più strette del normale, i cigli spesso cedevoli e trascurati da chi dovrebbe curarne la manutenzione, le corsie d'emergenza insufficienti, le piazzole laterali di sosta un terno al lotto, l’asfalto ammalorato e costellato da rattoppi di ogni tipo, sconnessioni, buche riempite male pronte a lacerarsi nuovamente con i primi freddi o le piogge più abbondanti, per non parlare dei piloni di sostegno della curva di Collestrada, sotto accusa di cittadini che segnalano il rischio in affollate pagine Facebook".

"Senza voler creare allarmismo - continua Ragni - chiediamo che gli amministratori locali pongano su questo tema la massima attenzione ed esigano informazioni aggiornate. Chiediamo al sindaco di Cesena Paolo Lucchi ed ai presidenti delle unioni dei Comuni sotto cui ricadono le opere stradali più importanti si attivino per poter disporre di un’eventuale mappa aggiornata dell'eventuale rischio e poter agire di conseguenza per esigere: messa a norma e  sicurezza, e se è il caso ordinando anche ammodernamento e ricostruzione delle strade più vetuste, visti i milioni di euro spesi negli ultimi anni in ordinaria e straordinaria  manutenzione stradale nella nostra regione".

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