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Cronaca

Bullismo, l'esperta: "Il bambino più calmo è spesso quello che ha più bisogno"

Sabato alle 17 nella sala Avis verrà presentato il libro di Annalisa Mazzotti, psicologa che si occupa di infanzia ed età evolutiva, dal titolo "Il nome che diamo alle cose"

Genitorialità, bullismo e paure dei bambini. I temi ci sono tutti. Sono i temi di cui si parla di più in questi anni anche a fronte di eventi di cronaca nera che lasciano sbigottiti. Sabato alle 17 nella sala Avis verrà presentato il libro di Annalisa Mazzotti, psicologa che si occupa di infanzia ed età evolutiva, dal titolo "Il nome che diamo alle cose" (edito da Historica). A non saper dare il nome alle emozioni è Marco un bambino di 11 anni che dice che va sempre tutto bene anche quando non è vero. Il romanzo è ambientato in una scuola elementare e parla dell'incontro tra un bambino introverso e invisibile e una bambina con una disabilità fisica. L'autrice lavora a stretto contatto con queste realtà, svolgendo nelle scuole anche corsi di alfabetizzazione emotiva per prevenire il bullismo e favorire il benessere in classe e del bambino.

Dottoressa Mazzotti, perchè sono in aumento i casi di disagi dei bambini?

Purtroppo oggi è tutto più difficile, le famiglie sono disgregate, i tempi sono più rapidi, le pressioni esterne sono maggiori e per un bambino è più faticoso vivere in società.

Come fa un genitore ad accorgersi se un bambino ha problemi?

I genitori dovrebbero prestare più attenzione ai segnali che il bambino dà. Quello più tranquillo e calmo, è quello che spesso ha più bisogno e non viene capita questa difficoltà. E' utile parlare con loro, aiutarli a esprimere il loro vissuto anche attraverso un disegno e la lettura di un libro, o trascorrendo un po' di tempo con loro. Questo richiede uno sforzo da parte dei genitori che devono mettersi in gioco e fermarsi un attimo, e, visti i tempi, non sempre è possibile.

Di cosa hanno bisogno i bambini per essere felici?

Per essere felici i bambini non hanno poi bisogno di tanto. Hanno bisogno di essere amati, ascoltati e capiti. Tutti gli altri bisogni, come tablet e cellulari, sono solo indotti e non portano felicità. Un bambino deve avere queste cose, ma deve potere recuperare un po' qualcosa della vera infanzia nella natura a giocare con quello che trova, a costruire e a immaginare. Nel libro c'è un rimando a tutto questo che, a mio avviso, è fondamentale.

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