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Cronaca

Bruciare sfalci e residui di potatura, arrivano nuove regole: ordinanza entro la fine del mese

Cambiano le regole per chi ha esigenza di bruciare sfalci e residui di potatura. A introdurre le modifiche, poche settimane fa, è stata la normativa nazionale

Cambiano le regole per chi ha esigenza di bruciare sfalci e residui di potatura. A introdurre le modifiche, poche settimane fa, è stata la normativa nazionale e sulla base delle nuove indicazioni il Comune si appresta a predisporre, entro la fine di settembre, una nuova ordinanza che disciplini tali attività. A darne notizia è il Sindaco Paolo Lucchi in una lettera inviata lunedì mattina ai consiglieri comunali.

“In modo più o meno costante arrivano al Comune richieste di chiarimento relativamente alla possibilità di bruciare gli sfalci e i residui di potatura. Si tratta questa di una pratica diffusa in agricoltura, tradizionale modalità di eliminazione dei residui delle potature degli alberi da frutto. Non a caso più volte il tema è stato affrontato anche dalla Consulta Agricola. Trattandosi di un tema che, regolato da norme nazionali, ha subito alcune importanti modifiche nelle corse settimane, è opportuno fotografare come, ad oggi, la materia sia trattata. - spiega Lucchi -  La regolamentazione relativa alla bruciatura di ramaglie, sfalci e potature è contenuta nel Decreto Legislativo 152/06. Tale disposizione, prima delle ultime modifiche, assimilava questo genere di materiale ai rifiuti speciali, derivandone di conseguenza l’assoluto divieto di bruciatura”.

“Con il Decreto Legge 91 del 24 giugno scorso, convertito nella legge 116 l’11 agosto, è stata introdotta la possibilità di raggruppare e bruciare in piccoli cumuli, e in quantità giornaliere non superiori a “tre metri Steri”, ossia tre metri cubi di materiale accatastato per ettaro dei materiali vegetali (paglia, sfalci, potature), purché tali attività vengano effettuate sul luogo di produzione. Solo rispettando questi requisiti i materiali vegetali non vengono considerati “rifiuti”. In ogni caso, la norma prevede che queste pratiche siano comunque vietate nei periodi di massimo rischio per gli incendi boschivi, così come definiti dalle Regioni. Per il 2014, la Regione Emilia-Romagna ha individuato tale periodo dal 30 giugno al 30 settembre, con la conseguente Ordinanza del Sindaco che dispone, su tutto il territorio comunale, il divieto di combustione di residui vegetali agricoli e forestali fino al 30 settembre”, continua il primo cittadino.

“Entro questo termine, al fine di non lasciare vuoti interpretativi, l’Amministrazione Comunale valuterà le modalità di redazione di una specifica, nuova ordinanza, volta a disciplinare le attività di bruciatura dei residui vegetali così come introdotto dalla nuova normativa, recependo le possibilità introdotte dalla Legge 116/2014 e inserendo le dovute valutazioni su eventuali rischi per la incolumità pubblica e privata, con particolare riferimento al rispetto dei livelli di concentrazione delle polveri sottili (PM10)”, conclude.

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