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Cronaca Montiano

Bolletta da 22mila euro per l'ex sindaco. Gallina: "Contratto capestro"

Giorgio Faedi, ora consigliere provinciale del gruppo misto, sta portando avanti un braccio di ferro con la Provincia che gli chiede di saldare una fattura della Tim da 22mila euro

Il caso di Giorgio Faedi continuerà a far parlare di sé. L'ex sindaco di Montiano, ora consigliere provinciale del gruppo misto, sta portando avanti un braccio di ferro con la Provincia che gli chiede di saldare una fattura della Tim da 22mila euro. L'abnorme bolletta relativa al periodo giugno 2010 settembre 2011 è generata dall'uso della chiavetta Usb per navigare in rete, che la provincia dà ai propri consiglieri. Al momento i soldi li ha anticipati l'ente pubblico che ha avviato le pratiche per il recupero crediti verso Faedi.

Il fatto ha generato qualche reazione a livello politico e istituzionale. Piero Gallina (Pd), si dice «non stupefatto, ma allibito nel prendere conoscenza del tipo di contratto, della gestione dello stesso, dal comportamento dell'Amministrazione nel caso Faedi». Gallina vuole vederci chiaro e così ha fatto una interrogazione urgente da mettere nell'odg del prossimo consiglio articolata in nove punti. Doveva essere riunito giovedì sera, ma è stato spostato. Nella richiesta il consigliere chiama in causa delibere dell'Agcom; prescrivono un blocco del servizio se l'utente sfora di 50euro a cui deve fare seguito una comunicazione sull'accaduto.

Chiede se il contratto sia stato modificato alla luce delle nuove disposizioni e, in caso inverso, parla di «scandalo amministrativo». Ha interrogato la Giunta Provinciale per sapere il numero di consiglieri che hanno sforato e se i questi siano stati informati del costo degli sforamenti. Chiede infine per quali motivi l'Amministrazione non si sia rivolta alla Telecom per una »conciliazione a carico di Faedi, innescando una vicenda giudiziaria poco saggia e incerta nella quale l'Amministrazione può risultare soccombente».

Intanto, con una nota, Massimiliano Mazzotti, esclude che ci sia una «questione politica» dietro la fuoriuscita di Faedi dal Pd poi confluito nel gruppo misto. «La scelta è stata fatta – aggiunge Mazzotti – per tutelare il Partito e il Gruppo Consigliare dal Pd, dalle tensioni e dalle problematiche che sarebbero deivate dal suo contenzioso, che è una vicenda personale».

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