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Cronaca Bagno di Romagna

Bagno di Romagna, rette della casa protetta: "Rispettato l'impianto normativo"

"La regolarità del sistema attuato sino ad oggi è stata confermata dal Comitato di Distretto dell’Unione Valle Savio e dalla Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia Romagna nei pareri che sono stati debitamente chiesti", viene evidenziato

Il presidente della Casa residenza Anziani "Camilla Spighi", Lara Batani, interviene sulla questione delle rette a seguito di una mozione avanzata al Consiglio Comunale da parte del consigliere di minoranza Giacomo David Camagni. "In particolare – dichiara Batani - il consigliere Camagni sosterebbe che la nostra struttura richiede a taluni ospiti una quota di retta asseritamente non dovuta pari ad 49.50 euro giornaliere, ciò in base a talune pronunce giurisprudenziali (ex multis Cass. n. 4558/12), secondo le quali per gli ospiti delle Case Protette affetti da patologie particolarmente gravi l’intera quota del servizio deve essere posta completamente a carico del Servizio Sanitario Nazionale. La mozione è stata ampiamente discussa nella seduta del consiglio comunale del 27 ottobre scorso, dove peraltro si è evidenziato che la materia dovrebbe essere discussa a livello regionale e nazionale trattandosi di temi che hanno una portata di carattere generale e che investono tutte le strutture italiane. Occorre precisare che la materia nel contesto costituzionale, non a caso, è attribuita alla legislazione regionale concorrente ai sensi dell’articolo 117 comma 3 della Costituzione". 

Chiarisce ancora Batani: "Nel territorio della Regione Emilia Romagna la tematica delle rette è specificamente disciplinata e attuata in modo uniforme in forza di un sistema di norme puntualmente osservato da tutte le strutture accreditate, compresa la nostra Camilla Spighi. La quota di partecipazione degli utenti è preventivamente determinata dal Comitato di Distretto dell’Unione Valle Savio, in applicazione delle predette fonti del diritto. La regolarità del sistema attuato sino ad oggi è stata confermata dal Comitato di Distretto dell’Unione Valle Savio e dalla Direzione Generale Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia Romagna nei pareri che sono stati debitamente chiesti a seguito della mozìone di Camagni e portati a conoscenza dei consiglieri e degli stessi parenti e ospiti della struttura tramite dettagliata nota della presidente risalente a fine novembre 2017”.

"Se gli ospiti della nostra Casa, sollecitati dall’iniziativa del consigliere Camagni, ci citeranno in giudizio, ci costituiremo chiamando ovviamente in causa anche gli altri enti che fanno parte del sistema di norme regionali nella consapevolezza che l’Istituzione Camilla Spighi rebus sic stanti bus non può discostarsi dall’impianto normativo vigente", conclude. Sul merito delle affermazioni del consigliere Camagni, infine, ci corre l’obbligo di registrare la nascita di un’altra battaglia enfatizzata nel suo “dramma” contro la struttura comunale, che ancora viene denigrata per aver intralciato le azioni del consigliere stesso", dichiara il sindaco Marco Baccini.

“Nel caso di specie, oltre ad esserci evidentissimi aspetti concernenti la privacy che lui stesso ha sottovalutato, si è trattato di fotocopiare centinaia di pagine di materiale, tutte consegnate nei termini convenuti - prosegue il primo citadino -. Forse, solo lui ancora non si è reso conto della gravissima situazione in cui versa l’organico del Comune di Bagno di Romagna, che in questo modo viene ulteriormente distolto dallo svolgere i servizi in favore della comunità. Per di più sul piano dell’opportunità politica ancora una volta è bene render noto che il consigliere Camagni piuttosto che costruire percorsi condivisi di sollecitazione verso gli organi regionali e centrali, sceglie ancora una volta di demolire la realtà locale a suon di cause, quando anche in questo caso l’impianto normativo che riguarda le strutture residenziali per anziani è sostanzialmente il medesimo in tutta la nazione e si sorregge grazie ad un equilibrio di compartecipazione della spesa complessiva suddivisa tra sistema sanitario e pro quota per le famiglie, in una logica di solidarietà sociale che consente a tutti di pagare una somma equa a fronte di servizi di elevata qualità. E’ di tutta evidenza che se l’impianto attuale dovesse essere messo in discussione l’intero sistema colliderebbe con conseguenze per tutte le famiglie ben peggiori di quelle derivanti dal pagamento di 49,50 euro”. 

La replica di Camagni

Risponde Camagni: "Purtroppo si tratta di un impianto illegittimo in quanto nel citato contesto la legge 730/1983 articolo 30  approvata dal Parlamento non può in ogni caso essere ignorata nè calpestata dai vari Decreti (D.P.C.M.) emanati successivamente dall’Esecutivo quali “Atti di indirizzo” e dalle varie norme regionali che nel tempo si sono susseguite. Proprio con riferimento a tale aspetto sia la Suprema Corte di Cassazione sia il Consiglio di Stato da oltre venti anni confermano costantemente che qualora siano erogate prestazioni sanitarie e prestazioni socio-assistenziali in favore di soggetti con gravi patologie l’intera retta deve essere posta a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Con la mia mozione del 12 ottobre scorso ho sollevato la questione in Consiglio comunale chiedendo che i pazienti e/o i famigliari di riferimento fossero doverosamente informati dando loro la possibilità di valutare se fare valere il diritto loro riconosciuto da tali autorevoli ed inoppugnabili pronunce : il Consiglio comunale ha respinto tale richiesta motivando sostanzialmente che la questione doveva essere affrontata a livello regionale e nazionale, rinviando quindi il tutto alle calende greche. A quel punto ho ritenuto mio dovere informare direttamente gli interessati".

Il consigliere comunale evidenzia di aver " semplicemente sottolineato che solo dopo mesi ho potuto accedere alla documentazione di questa vicenda. Solo io non mi sarei ancora reso conto della gravissima situazione in cui versa l’organico del Comune di Bagno di Romagna, che in questo modo viene ulteriormente distolto dallo svolgere i servizi in favore della comunità;
Nel programma elettorale presentato dalla mia lista alle ultime consultazioni comunali era indicata al primo punto proprio la necessità di “revisionare l’apparato comunale” per le evidenti problematiche già allora presenti. Oggi la situazione si è ulteriormente deteriorata al punto da essere definita dal sindaco “gravissima”: è vero, ma non certo per l’aggravio di lavoro provocato dal sottoscritto. Piuttosto che costruire percorsi condivisi di sollecitazione verso gli organi regionali e centrali, avrei scelto ancora una volta di demolire la realtà locale a suon di cause. Forse il sindaco allude alla precedente “battaglia” per il rimborso della tariffa di depurazione portata avanti a suon di cause, per la precisione sei davanti al Giudice di Pace e due davanti al Tribunale di Forlì, che hanno visto puntualmente condannato il Comune non solo a rimborsare quanto a suo tempo preteso e non dovuto ma anche al pagamento delle spese processuali".

"Nella attuale vicenda delle rette applicate dalla Casa Protetta l’unico strumento utilizzabile  dal cittadino è ancora una volta costituito dal ricorso al Giudice ma con una significativa differenza - prosegue -. In questo caso al termine dell’iter giudiziario finirà per risultare soccombente il Servizio Sanitario Nazionale e non già il Comune". Camagni conclude riferendo che "l'ingente onere  troverebbe collocazione in una più vasta ed equa ripartizione della spesa pubblica nazionale in relazione alle priorità politicamente determinate dal Parlamento. Almeno su questo aspetto il sindaco dorma tranquillo".

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