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Cronaca

Assicurazioni delle Ausl, il M5S: "Centralizzare in Regione"

L'attuale stato di difficoltà di gestione del rischio della responsabilità civile e professionale nel settore sanitario è all'origine di un progetto di legge, sottoscritto dai consiglieri regionali del Movimento 5 stelle

L’attuale stato di difficoltà di gestione del rischio della responsabilità civile e professionale nel settore sanitario è all’origine di un progetto di legge, sottoscritto dai consiglieri regionali del Movimento 5 stelle, Giovanni Favia e Andrea Defranceschi, in cui si propone che la gestione delle polizze assicurative passi da un livello aziendale a un livello regionale, con introduzione di un sistema di auto-assicurazione.

I firmatari imputano questa situazione di difficoltà a molteplici fattori, che avrebbero “sensibilmente contribuito a determinare una crisi del mercato assicurativo e a inasprire le regole di assunzione del rischio da parte delle compagnie di assicurazione”. Nella relazione che accompagna il progetto di legge, composto da quattro articoli, si legge, tra l’altro, che negli ultimi mesi si sarebbero intensificate le indagini su compagnie assicuratrici, considerate “vicine a ambienti legati alla criminalità organizzata”, che avrebbero contratto commesse di notevole entità anche in Emilia-Romagna, in esito a gare di evidenza pubblica.

Le Asl regionali legate contrattualmente a queste compagnie assicuratrici - scrivono i firmatari - sarebbero state costrette a comunicare che, in caso la compagnia non fosse in grado di rispondere in garanzia, le conseguenze non sarebbero a carico dei danneggiati e dei professionisti coinvolti, ma dell’Azienda, a cui spetterebbe rispondere con le proprie risorse, “con una doppia uscita, una per coprire i premi assicurativi e una per coprire i risarcimenti”.

Studi condotti a livello nazionale nel 2011, avrebbero inoltre dimostrato, secondo i ‘grillini’, che le Regioni che hanno realizzato un progetto centralizzato delle polizze assicurative della responsabilità civile sanitaria avrebbero subito, nel periodo 2001-2008, incrementi di costo inferiori (circa il 30% in meno) rispetto alle altre Regioni.

Le denunce di errori clinici, inoltre, se raffrontate alle prestazioni erogate dal SSR, non giustificherebbero il “costante aumento dei premi assicurativi, lievitati di quasi il 30% negli ultimi anni”: una voce di spesa che graverebbe sui bilanci di aziende sanitarie e ospedaliere.

I consiglieri evidenziano, infine, a sostegno della propria tesi, che la “sostanziale estromissione dalla trattazione del sinistro della contraente Asl, in ragione del trasferimento totale del rischio clinico a soggetti terzi”, avrebbe comportato “un’indiretta minore incisività degli interventi finalizzati a prevenire l’accadere di eventi dannosi.

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