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Cronaca

Agenti del commissariato condannati, le considerazioni dei sindacati di polizia

"In relazione alla sentenza di condanna del 20 novembre a carico dei tre Poliziotti del Commissariato di P.S. di Cesena, si desiderano esprimere alcune considerazioni sentite che non vogliono essere un'ottusa “levata di scudi corporativa”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di CesenaToday

In relazione alla sentenza di condanna del 20 novembre a carico dei tre Poliziotti del Commissariato di P.S. di Cesena, si desiderano esprimere alcune considerazioni sentite che non vogliono essere un'ottusa “levata di scudi corporativa” ma una espressione di solidarietà umana e un contributo ad una corretta informazione .
Vorremmo sottolineare degli aspetti che per ora non sono usciti dall'Aula di Giustizia, ma che non sono affatto marginali nello svolgersi degli eventi.

I tre Poliziotti, una notte di cinque anni fa, stanno svolgendo il “Controllo del Territorio” - un servizio delicato - che impone agli operatori in servizio di Volante 113 di vigilare per tutto il turno, garantendo l'esigenza di sicurezza della collettività e del singolo. Durante tale compito è previsto anche di procedere all’identificazione delle persone considerabili “sospette”.

Alle tre di notte di un venerdì la Volante procede al controllo di un’autovettura -con tre persone a bordo- che sta per passare con il semaforo rosso e che arresta la marcia solo alla vista dell’auto della Polizia.   
All’atto del controllo, l’inaspettato: il conducente nega di essere alla guida del mezzo asserendo che un “quarto uomo” - proprio quello che guidava, già - si è dato alla fuga. Nel frattempo uno dei tre elude il controllo allontanandosi, approfittando della confusione creata dal reale conducente del mezzo. Di tale soggetto non si avranno più notizie.

In due rimangono sul posto: il conducente e l'altro passeggero. Il primo risulterà, dopo gli accertamenti, persona nota agli uffici di Polizia per svariate segnalazioni tra cui altri due ritiri di patente per ebbrezza e rifiuto all’accertamento alcolemico; il secondo – il testimone dei fatti -  risulterà essere persona con un precedente per furto.  Per completezza, dopo solo qualche settimana quest’ultimo  individuo sarà arrestato assieme ad altre cinque persone per la commissione di una rapina a mano armata. In orario notturno, proprio nel cesenate. Due anni dopo e solo qualche giorno dopo l'uscita dal carcere, verrà nuovamente arrestato per furto in esercizio commerciale. Siccome proveniente da un paese extracomunitario, sarà definitivamente espulso dall’Italia con destinazione il paese di provenienza.

Tutto quello che è accaduto dopo è agli atti di un procedimento penale al quale è stato dato risalto mediatico di parte, banalizzando tutto l’intervento e facendolo passare come se fosse finalizzato a contestare una semplice infrazione al Codice della Strada. Attività - forse per alcuni secondaria - per una Volante della Polizia, ma comunque compito istituzionale degli operatori. Sicuramente l'azione istituzionale della pattuglia è stata “violentata”: certamente dalla controparte,  ma anche da chi vuol ingenerare uno strumentale biasimo per quei controlli che -quando hanno dinamiche diverse- sono il metodo più comune per produrre sicurezza. La Polizia non è il Lupo Cattivo e gli altri coinvolti in questa vicenda non sono certo Cappuccetto Rosso.

Si era detto che non voleva essere una levata di scudo corporativa. Non ottusa quantomeno.  Ma gli scudi debbono essere levati di fronte un tentativo di massacro. I componenti della Pattuglia, con grande dignità e forza d’animo,  stanno affrontando un percorso giudiziario senza nascondersi o sottrarsi al giudizio, ma il “linciaggio mediatico”  e quello che ne consegue soprattutto per le  famiglie sono una pena non prevista  ma attualmente troppo di moda. Le parole sono pietre che possono piegare anche il più forte e sereno degli animi.
Ad altri è andata meglio, assolti dallo stato di ebbrezza alcolica nonostante fosse stato certificato da un referto di Pronto Soccorso, sentenza di cui si prende atto senza nulla questio per doveroso rispetto all'Autorità Giudiziaria.

Abbiamo voluto raccontare tutto questo perché lo stesso sistema mediatico che sta “asfaltando” (mutuando un termine usato da altri) tre Agenti e, raccontando solo ciò che fa audience, non può sminuire altri dati processuali emersi.  Auspichiamo  che il nostro sistema giudiziario sappia tenere l'obbiettività quale primo requisito, non temendo di prendere una decisione impopolare all'audience modaiola, e ricordando che i cittadini retti non temono i controlli di Polizia. Confidiamo anche che le menti vigili sappiano formarsi un'autonoma opinione, rifiutando di farsi manipolare da chi non si accontenta di portare acqua al proprio mulino ma vuole deviare tutto il fiume. Quale che sia il costo anche per la collettività e la sua percezione della Sicurezza e dei suoi Operatori. I Poliziotti saranno sempre vicini alle Istituzioni e prima ancora al cittadino e siamo sicuri che per la maggioranza di costoro, come per noi,  i nostri colleghi sono innocenti.


Siulp   - Galeotti
Sap - Meloni
Silp Cgil - Albanese
Ugl PdS Muscarà
Coisp - Ceccarelli
Consap - Maviglia
 

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