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Venerdì, 29 Marzo 2024
Pane, olio e fantasia

Pane, olio e fantasia

A cura di Elisabetta Boninsegna

L'architetto entra in cucina: come progettare ristoranti e caffetterie

Lo Studio Belliarch porta lo stile italiano nel mondo del food. Dopo aver ottenuto commissioni in Giappone, Cina, Qatar, Messico e Kuwait sta lavorando alla gelateria Babbi di Palazzo del Ridotto

Il mondo della cucina non è solo sbattere uova, setacciare farina e friggere pesce. Un buon ristoratore deve pensare anche a comunicare ai clienti quello che cucina e come lo cucina, perchè chi entra in un locale deve sentirsi bene anche prima di mettersi al tavolo a mangiare. Un esempio? Da qualche anno gli chef più "in" hanno trasformato i loro laboratori, una volta rintanati nella zona più interna dei ristoranti, in cucine a vista dove chi mangia può vedere cosa mangia. Alimenti esposti, pentole che bollono, cuochi che lavorano: questa è la nuova scenografia di molti ristoranti per comunicare senso di pulizia, quasi di trasparenza. E poi la nuova importanza attribuita ai colori o ai materiali utilizzati. L'arancionee il bianco: colori caldi e puliti per comunicare il valore dell'accoglienza e della profonda pulizia. Ma anche tavoli di legno grezzo accompagnati da rivestimenti di materiali naturali che raccontano il calore, il benessere, la condivisione. 
Ne sa qualcosa l'architetto Maurizio Belli, dello Studio Belliarch di Cesena, che ha appena ultimato il progetto per "Icook Taste & Share", nuova scuola di cucina nata dalla collaborazione di Ascom/Confcommercio, Cook Accademy (laboratorio creativo gastronomico) e Conad. Da circa tre anni il suo studio, grazie anche alla collaborazione di Alberto Manzoni, docente di Disegno Industriale al Politecnico di Milano, è diventato un punto fermo nel settore del food. Percorrendo la strada dell'estero per evitare gli effetti più duri della crisi, ha incontrato proposte e contatti di chef che volevano aprire catene di ristoranti, bar o caffetterie italiane in varie parti del mondo. Proponendo progetti "chiavi in mano", insieme a una ventina di aziende del Made in Italy, lo studio cesenate ha lavorarato in Nigeria, in Qatar, in Kuwait, in Messico, in Giappone, in Cina. "Noi italiani non immaginiamo qual è il nostro vero potenziale - spiega l'architetto Belli - All'estero sono pronti a stenderci ponti d'oro. Ci adorano. Amano il nostro modo di vivere, il nostro stile. D'altra parte pecchiamo un po' nel fare squadra, e quando andiamo a confrontarci con aziende estere enormi, con migliaia di dipendenti e moltissimi dirigenti, spesso siamo noi - che siamo piccolissimi - a non trovare l'accordo o a non riuscire a cogliere subito l'occasione. Invece di giocare sul fatto di essere smart, veloci, ci incartiamo in sciocchezze. Dobbiamo assolutamente migliorare sotto questo aspetto". 
Attualmente lo studio Belliarch sta lavorando con chef stellati di Roma e del riminese per realizzare due linee di ristoranti: una più impegnativa e l'altra più free e alternativa. Tempo fa lo studio cesenate ha avuto un incarico anche dal Caffè Sant'Eustachio di Roma, antica torrefazione davanti al Senato famosa per le sue miscele preparate con l'acqua di un antico acquedotto, intenzionato ad aprire una linea di caffetterie in Spagna, progetto che per ora si è interrotto per motivi di nuove acquisizioni ma a breve tornerà operativo. Ultima fatica, questa volta locale, è il progetto per la gelateria/bar Babbi che tra pochi mesi aprirà a Palazzo del Ridotto al posto del Bar del Capitano. "E' l'unico bar/gelateria che Babbi avrà in Italia - spiega Belli - e quindi dovrà essere rappresentativo al massimo e, all'occasione, poter ospitare anche incontri ed eventi. Sarà una sfida importante per noi perché in un edificio antico come Palazzo del Ridotto dovremo riuscire a comunicare l'idea di tradizione che va a braccetto con l'innovazione. E il tutto mantenendo buon gusto e bellezza. Insomma, con forme, materiali e colori, dovremo spiegare quello che, in fondo, siamo noi italiani..."

Nella foto l'architetto Maurizio Belli 

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