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Sabato, 20 Aprile 2024

CesenaToday

Redazione

Per qualche Europeo in più

In occasione dei campionati europei e mondiali di calcio, è antropologicamente curioso e divertente osservare i comportamenti dovuti dal legame quasi simbiotico di molti italiani con la nostra Nazionale. Premetto: sono un profano del gioco del pallone e l’ultima volta che ho dato sfoggio delle mie doti di portiere correva l’anno 1988. Ma il pathos che sale dalle platee durante la visione di una partita degli Azzurri salta agli occhi e, credo, merita qualche riflessione.

Come sostiene Vittorio Zucconi – giornalista di spicco nonché milanista sfegatato – siamo un popolo di tifosi, più che di cittadini, inclini all’acclamazione tanto del leader politico quanto del bomber di turno. Durante una partita, si innalzano eroi, si affondano colpevoli e gli impulsi primordiali vincono sulle buone norme comportamentali. Più spesso al bar che a casa da soli, ma sempre in stile fantozziano: “poltrona, tavolinetto apparecchiato davanti al televisore, vestagliona di flanella, spaghetti in cottura, birrone gelato, rutto libero”. Insomma, talentuosi, ma pur sempre buffi – come ci dipinge mezza stampa internazionale. Avvezzi alle ragioni della pancia, professiamo la fede calcistica con maggiore impegno di quella politica. Avessimo la stessa laicità, la stessa partecipazione per cose ben più importanti ed urgenti (legge elettorale, conflitto d’interessi, legalità, finanziamenti pubblici ai grandi gruppi d’interesse), saremmo più rispettati sia in Europa che nel resto del mondo.

Ma non saremmo italiani. Non saremmo gli incoerenti, immaturi cittadini che danno del “paraculo” al Presidente Monti solo perché un mese fa ha ventilato, a ragion veduta e a titolo personale, la sospensione totale del Campionato italiano per due anni, ed essersi poi presentato, in veste di istituzione, alla finale di Kiev di domenica scorsa. Quella sì, imperdibile, per un uomo di governo.

Siamo così: ignoranti e disorientati a tal punto da confondere sfera pubblica con sfera privata, a qualsiasi livello, e con un senso delle istituzioni così scarso da sorvolare inspiegabilmente su squallidi “bunga bunga”ed imbarazzanti intercettazioni telefoniche.

Mario Monti ha fatto bene a presentarsi sugli spalti (Romano Prodi, nella finale dei Mondiali 2006, non l’ha fatto). Sono azioni simboliche importanti, foriere di cambiamento. Almeno su questo non litighiamo!
 

Per qualche Europeo in più

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